I dati emergono dal rapporto Isfol-Plus 2014. La tendenza, secondo il commissario dell'istituto Stefano Sacchi, "va a scapito del merito e riduce le opportunità di ascesa delle fasce più deboli". Il 20% degli occupati ha ottenuto un impiego consegnando curriculum e il 10% attraverso un concorso pubblico
Per trovare un lavoro in Italia si chiede a parenti e amici. Centri per l’impiego e agenzie private, invece, hanno un ruolo decisamente marginale. Un occupato su tre dichiara di aver ottenuto il proprio impiego grazie all’intervento diretto delle reti informali di familiari e conoscenti. Il quadro emerge dai dati Isfol-Plus 2014 resi noti in un research paper appena pubblicato.
Mentre gli italiani si affidano alle conoscenze per trovare un impiego, i servizi per il lavoro svolgono un ruolo molto contenuto di intermediazione diretta, cioè un assist per trovare lavoro. Solo il 3,4% degli occupati, infatti, ha ottenuto un’occupazione attraverso i centri per l’impiego (Cpi) e il 5,6% mediante le agenzie di lavoro interinale. Il rapporto fornisce anche i numeri dell’intermediazione indiretta, cioè i canali con cui si cerca, senza necessariamente trovare, un impiego. Anche in questo caso, dominano le conoscenze di parenti e amici: tali reti vengono coinvolte nel 60% dei casi. Su questo fronte, la funzione di Cpi e agenzie si dimostra più rilevante: tra gli occupati, il 33% si è avvalso degli operatori pubblici mentre cercava lavoro e il 30% ha avuto il supporto delle agenzie.
“L’Italia continua ad essere un paese -ha dichiarato il commissario straordinario dell’Isfol, Stefano Sacchi– dove per trovare lavoro conta moltissimo la rete di conoscenze che un individuo può mettere in campo. I dati che presentiamo dimostrano come le chance occupazionali e di carriera delle persone siano fortemente condizionate dalla famiglia di origine, dall’appartenenza a determinati ambienti. Questo va a scapito del merito e riduce le opportunità di ascesa delle fasce più deboli del mercato del lavoro, che solo in misura molto ridotta ottengono aiuto dai servizi per l’impiego, pubblici o privati che siano”.
A fronte di questa debolezza dei servizi per il lavoro, anche il canale dell’autocandidatura, ovvero proporre il proprio curriculum vitae alle imprese, viene largamente utilizzato: per il 58% degli occupati è stato di aiuto nella fase di ricerca e per il 20% ha permesso in via diretta un’assunzione. I contatti nell’ambito lavorativo e la lettura di offerte su stampa sono stati un canale di intermediazione indiretta rispettivamente per il 44% e il 36% dei lavoratori e un canale di intermediazione diretta per il 10% e il 2,6%. Infine, il 9% degli occupati afferma di aver trovato lavoro avviando un’attività autonoma e il 10% partecipando a un concorso pubblico.