Scongiurati 3mila licenziamenti alla società di call center Almaviva. Si raffredda così una delle vertenze più calde del settore, dopo che nei mesi scorsi i sindacati avevano parlato di 8mila posti di lavoro a rischio nel comparto degli operatori telefonici. L’accordo è stato raggiunto solo all’alba, dopo una notte di incontri tra azienda, sindacati e istituzioni. L’intesa è stata firmata al ministero per lo Sviluppo economico: oltre al ritiro dei licenziamenti, l’accordo prevede l’utilizzo di 18 mesi di ammortizzatori sociali.
Nel dettaglio, l’accordo su Almaviva firmato al Mise prevede che a partire dall’1 giugno, per sei mesi, il ricorso ai contratti di solidarietà, con percentuali del 45% nelle sedi di Palermo e Roma e del 35% a Napoli. “Le parti sociali – si legge nel documento – hanno concordato di gestire eventuali esuberi, che dovessero residuare al termine dei sei mesi con il ricorso all’integrazione salariale in favore dei lavoratori del settore dei call center per un periodo massimo di 12 mesi”. Insomma, allo scadsere della solidarietà, scatterà la cassa integrazione straordinaria.
Entro 6 mesi dalla sottoscrizione dell’accordo raggiunto in nottata al Mise, Almaviva Contact “si impegna a ridurre gradualmente il ricorso all’integrazione al reddito attraverso un incremento dei volumi di lavoro, che sarà oggetto di verifica da parte del tavolo istituito al Mise, sino al raggiungimento del 20%”. L’azienda si è impegnata a mantenere la sede logistica di Napoli e la sede di via Marcellini a Palermo. Dalle Regioni c’è l’impegno a finanziare corsi di formazione e riqualificazione del personale. Il documento prevede anche che il perimetro degli esuberi passi dai circa tremila iniziali a 2.400, cioè quello dell’accordo di aprile.
“Stanotte chiusa con un accordo la procedura di licenziamento per Almaviva – ha twittato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti – Adesso bisogna continuare a lavorare uniti per dare un futuro migliore ai call center”.