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Cina, lo spot pubblicitario che sbianca i neri

Per educazione e correttezza politica ho detto neri e non negri. In Cina, a prescindere dalla scelta semantica che si possa fare in questo articolo, sbiancano i neri, o, come diciamo noi, i cittadini di colore (di colore scuro). Ci dovremmo domandare forse come fanno a sbiancarli. L’unico afroamericano di cui si ha notizia che abbia con successo ottenuto una decolorazione marcata dell’epidermide è il defunto Michael Jackson. Un artista, le cui operazioni di “sbiancamento” erano piuttosto costose. In Cina invece, sembra che abbiano trovato un metodo differente e, a giudicare dal video, disponibile in rete, piuttosto economico. Una singola capsula si potrebbe supporre che attivi un qualche tipo di agente genetico all’interno del corpo dell’individuo di colore, e, magia, dopo un breve trattamento, dal video pochi minuti, il nero diventa bianco. Anzi di più: non diventa un semplice bianco, per esempio un caucasico, ma diventa pure cinese, a intuito (data la maggioranza del ceppo genetico della popolazione cinese, Han).

Il miracolo, se così possiamo chiamarlo, non appare essere figlio di qualche super laboratorio di genetica cinese. Al contrario, è frutto di una mente pubblicitaria. Sì, perché l’intero processo sopra descritto è semplicemente uno spot pubblicitario. Ora facciamo un salto in Italia. Un certo signore che possiede un marchio di alimenti, pasta, un giorno ha detto che la sua famiglia (ritratta nei suoi spot commerciali) era la famiglia normale italiana: uomo, donna, bambini. Le ire della comunità gay, che muoveva la sottile critica che la famiglia “normale” dipinta negli spot era omofobica, razzista, intollerante, etc… scossero l’intera penisola. Addirittura (per la serie saltiamo in groppa alla critica) altri marchi alimentari non persero occasione per uscire al volo con spot Gay-friendly, sperando di accaparrarsi le simpatie della comunità gay o le famiglie arcobaleno.

Intervistato dai media italiani, il signor pastaio (di cui non faccio il nome per non fare pubblicità occulta) si difese come poteva. Intervistato dalla Bbc, il proprietario della marca di detersivo cinese ammette candidamente che non guarda spesso la pubblicità. Al massimo ha fatto presente che han preso l’idea dello spot da un progetto italiano. Vero, il concept è simile, ma mentre in Italia era al più ironico, qui sembra che i cinesi abbiano copiato male (copiassero solo le pubblicità). Tra sé e sé, si sarà domandato “ma sti inglesi che vogliono da me, il mio detersivo lo vendo alle massaie cinesi bianche di etnia Han, mica agli inglesi multietnici!” (ovvio questo pensiero è una mia supposizione ironica). Vero è che i giornalisti occidentali benpensanti si son premurati varie volte di intervistare i cittadini cinesi, chiedendo loro cosa ne pensano della “diversity” multietnica e multi religiosa.

E i cinesi (quelli che parlavano inglese, quindi la classe media educata a standard internazionali e politicamente corretta) han risposto che è importante rispettare tutte le etnie. Infatti tutte le etnie in Cina son rispettate anche se, a quanto pare, la etnia Han è stata, come dire, resa la principale. Quanti cittadini di gradazione epidermica più scura esistono in Cina? A leggere i dati poco meno di un milione di stranieri. Su una popolazione di 1 miliardo e più, diciamo che sono piuttosto pochi. Chissà se questa pubblicità andrà in onda anche in Africa, dove le colonie cinesi prosperano e le emittenti televisive sono spesso gestite da gruppi cinesi. Forse sì, anche perché, in Africa, potenze occidentali volenti o nolenti, i cinesi governano.

E in cinesi in Africa hanno una politica estera semplice: non si discute di diritti umani, etica, politically correct. Si discute di soldi. Quindi cosa si può fare con il miracoloso sbiancante per neri? Nulla, semplicemente lo si accetta. Del resto, anche noi occidentali, come si può vedere nelle foto della Bbc, usavamo spiegare come il sapone potesse toglierti via tutto il “nero”. Ecco, l’unica cosa che si potrebbe sottolineare è che questo tipo di spot andava di moda circa un secolo fa. Come dire, su certe cose forse i cinesi son ancora in evoluzione.