E' la campagna di comunicazione lanciata dall’associazione di volontariato "Quelli del sabato" e da "Justmine", azienda italiana di beachwear, "per promuovere, attraverso la moda, un cambiamento culturale". In ogni scatto una modella professionista, una donna comune e una diversamente abile. Concorso sui social per scegliere la decima indossatrice
C’è la bellezza da copertina, abituata a sfilare in passerella sfoggiando le grandi firme della moda internazionale. C’è la donna ‘comune’, che sfoglia le riviste, fa shopping, e la moda internazionale la acquista. E poi ci sono loro, Dalila, Eva, Gabriella, Ilaria, Manuela, Nicoletta, Renata, Roberta e Tiziana. Nove donne diversamente abili protagoniste, in altrettanti scatti, della campagna di comunicazione “Rivoluzione di costume”, lanciata dall’associazione di volontariato Quelli del sabato e da Justmine, azienda italiana di beachwear, per promuovere, attraverso la moda, un cambiamento culturale. “L’obiettivo della campagna è combattere i pregiudizi, gli stereotipi, le discriminazioni – racconta Ilaria Miglio, responsabile comunicazione dell’associazione di Bellinzago Novarese, che dal 1992 si occupa di persone con disabilità – per ricordare a tutti, a partire dalle donne, che la diversità non è un deficit, la mancanza di qualcosa, ma significa essere unici”.
Rivoluzione di costume, infatti, vuol dire questo: cambiare il pensiero comune, sovvertire gli stereotipi, cancellare il modello unico di bellezza – quello da rivista patinata – per riportare al centro l’individualità. E per farlo, Quelli del sabato e Justmine hanno deciso di partire dai costumi da bagno. “Nelle foto della campagna ciascuna delle nostre modelle d’eccezione indossa un costume unico, che ha creato personalmente utilizzando gli stessi tessuti con cui Justmine ha prodotto la collezione estiva di quest’anno”. Dalila, ad esempio, ha scelto un modello monospalla, ma tra le ragazze, tutte di un’età compresa tra i 25 e i 60 anni, c’è chi ha disegnato un bikini classico, chi un costume a triangolo, e chi ha preferito il pareo. “L’unica regola, per loro, era liberare la propria creatività, reinterpretando la moda in modo personale, rendendola diversa, unica, ma sempre moda”.
Lasciata la macchina da cucire, poi, le modelle sono volate a Berlino, nello studio del fotografo italiano di moda Riccardo Bernardi, per partecipare allo shooting. “Ciascuno scatto – racconta Miglio – ritrae una delle nostre ragazze assieme a una modella di professione e a una ‘donna comune’, cioè una studentessa, una lavoratrice o una mamma, ad esempio. Insieme rappresentano i tre modi di vivere la moda, accostati senza intenti polemici, ma con la sola volontà di ribadire la bellezza della diversità”.
Un messaggio rivolto alle nove indossatrici d’eccezione, “perché prima di tutto volevamo offrire loro un’occasione per mostrare il proprio lato femminile, per socializzare e sentirsi parte della società con dignità. È per questo, del resto, che curiamo ogni nostro progetto con la massima cura: per noi l’integrazione è fondamentale, il terzo settore non deve essere terzo a nessuno”. Ma indirizzato anche a tutte le donne del mondo, alle prese con l’estate imminente, “un periodo notoriamente critico visto che si avvicina la famigerata prova costume”, sorride Miglio.
“Ed è proprio a loro, alle donne, che chiediamo di dire ‘no’ a pregiudizi e discriminazioni assieme a noi, partecipando alla Rivoluzione di costume”. Come? Pubblicando su Facebook e Instagram una propria foto in costume da bagno, accompagnata dagli hashtag #rivoluzionedicostume e #justmine. “Tra le immagini postate entro il 31 agosto verrà scelta la più originale e la persona ritratta sarà la decima protagonista della nostra campagna di comunicazione”.