Sono passati undici mesi dal risveglio del lander Philae e finalmente la sonda Rosetta, atterrata sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko il 14 novembre del 2014, ha compiuto la sua missione principale. Perché sono stati trovati per la prima volta con certezza alcuni degli ingredienti fondamentali per la vita.
I risultati sono stati pubblicati da Kathrin Altwegg, dell’università di Berna, sulla rivista Science Advances, e offrono un’importante prova a sostegno dell’importanza delle comete come portatrici dei semi della vita. Che le comete fossero dei corrieri di molecole fondamentali alla vita è un’ipotesi molto affascinante ma, nonostante esistessero già molti indizi a favore di questa tesi, non si avevano ancora delle vere certezze. Una primo indizio era arrivato alcuni anni fa grazie alla missione americana Stardust che aveva raccolto con un “retino” e riportato a Terra dei campioni di polveri di una cometa.
Al suo interno erano stati trovati alcuni amminoacidi, i mattoni base delle proteine, ma il sospetto che i campioni potessero essere stati contaminati durante il rientro erano molti, tanto da non poterli considerare come puri campioni di cometa.
“Questa è la prima prova indiscutibile di presenza di glicina su una cometa” spiega Altwegg. Gli strumenti di Rosetta non solo hanno trovato la glicina, un amminoacido, ma anche le molecole che portano alla sua formazione, permettendo così anche di capirne i meccanismi. Le tracce di questa molecola sono state osservate in più occasioni, con un picco soprattutto mentre la cometa stava raggiungendo il perielio, il punto più vicino al Sole, nell’agosto del 2015. “Insieme con il rilevamento di fosforo e un gran numero di molecole organiche, questo risultato dimostra che le comete potrebbero aver giocato un ruolo fondamentale nella nascita della vita sulla Terra” afferma la scienziata.