Il 20 maggio 2016 la Corte di Appello di Firenze ha depositato la motivazione di sentenza per il processo a Tagliavia Francesco. Per chi non ne fosse informato, Tagliavia Francesco è colui che ha curato in casa sua a Palermo tutta la logistica inerente l’esplosivo, quando fu inviato attraverso i suoi uomini a Firenze per la strage di via dei Georgofili del 1993.
Condannato sempre a Firenze in primo grado con una sentenza che tra l’altro recitava: “Trattativa ci fu sia pure in un primo momento per fermare le stragi”; nella sentenza di appello non si parlava più di trattativa Stato mafia; il primo processo di appello di Firenze è andato davanti alla Corte di Cassazione e lì, come si dice, è stato cassato per tutte le stragi del 1993, tranne quella di via dei Georgofili per la quale c’è stato rinvio.
La Cassazione optando per il rinvio sulla strage di via dei Georgofili ha dato alle parti civili la possibilità di mettere in evidenza, durante il nuovo processo davanti alla nuova Corte di appello di Firenze, che qualcosa era sfuggito fra le carte, ovvero che gli uomini di Tagliavia, Capo Famiglia mafioso, non erano andati direttamente da Roma a Firenze dopo la strage di via Fauro del 14 maggio 1993, bensì erano tornati a Palermo, giusto a casa di Tagliavia a caricare l’esplosivo per via dei Georgofili a Firenze il 27 maggio 1993, e quindi il mafioso che era pronto ad uscire dal carcere il prossimo anno, chissà forse per andare a comandare il mandamento di Brancaccio, non poteva non sapere che sarebbe stata messa in atto la strage di via dei Georgofili.
Da qui la condanna nel nuovo processo di appello all’ergastolo ostativo a regime di 41 bis per il reato di strage. Quindi il 20 maggio scorso ecco la motivazione di sentenza!
La motivazione di sentenza per la condanna di Francesco Tagliavia supporta la sentenza di primo grado e ancora una volta la Corte scrive che trattativa ci fu e ben motiva questa convinzione. E non solo. Per Tagliavia bene è descritta tutta l’attendibilità di Gaspare Spatuzza fino alla testimonianza sull’incontro con Giuseppe Graviano al Bar Doney di Roma: “Qui morti ci servono per fare politica”, diceva il Graviano a Spatuzza riferendosi alle vittime di Firenze.
Oggi dopo 18 giorni dall’uscita della motivazione della sentenza per Tagliavia Francesco, riteniamo che il dovere di cronaca non sia stato esercitato. Sappiamo benissimo che il figlio di Riina ha scritto un libro, ma non sappiamo che: trattativa ci fu. Punto.