Cronaca

Padova, insulta marocchina e inneggia a Hitler: donna rischia 7 anni per apologia dei crimini contro l’umanità

Rischia fino a 7 anni di carcere la 59enne padovana che lo scorso 22 aprile ha insultato una coppia di cittadini nordafricani inneggiando all'olocausto. Tra sputi e graffi la donna si è augurata che i due "bruciassero come ebrei". E' indagata con l'aggravante dell'odio razziale prevista dalla legge Mancino

La violenta reazione contro una famiglia di cittadini marocchini, suoi vicini di casa in un complesso di edilizia popolare a Padova, costerà caro a una signora padovana di 59 anni. Il sostituto procuratore Sergio Dini ha, infatti, iscritto K. B. nel registro degli indagati con ipotesi di reato molto gravi: apologia dei crimini contro l’umanità, minacce e percosse con l’aggravante della legge Mancino. Se ritenuta colpevole, rischia una condanna fino a 7 anni di carcere.

E’ l’epilogo giudiziario di una violenza, non solo verbale, che è scoppiata il 22 aprile scorso nel quartiere dell’Arcella, periferia nord della città. La donna ha sputato in faccia a una mamma marocchina e alla sua piccola. Non soddisfatta, ha urlato frasi inneggianti ad Adolf Hitler e all’Olocausto. Ed è passata alle vie di fatto, graffiando e prendendo a calci i vicini di casa, una famiglia che da vent’anni vive e lavora in Italia. La causa di tanta violenza? I rumori che avevano disturbato il riposo della padovana.

L’episodio è avvenuto in via Cabrini, sotto casa, alla presenza di numerosi testimoni. Ecco alcune delle frasi incriminate. “Con una pistola ammazzerei lei e il suo marito ciccione…” ha urlato all’indirizzo della nordafricana, prima di aggredirla. A quel punto era intervenuto il marito della vittima, ma l’italiana era incontenibile. Se l’era presa anche con l’uomo. E aveva aggiunto: “Devi tornare a casa tua nel Marocco di merda, brutta negra schifosa, marocchina di merda”. A quel punto erano volati gli sputi in faccia che avrebbero raggiunto anche la piccola che era assieme ai genitori.

Era stato il cittadino africano a telefonare al 112 chiedendo l’intervento dei carabinieri. Soltanto alla presenza dei militari la cinquantanovenne si era calmata. Mentre veniva fatta rientrare in casa, la coppia di marocchini si era recata al pronto soccorso per farsi medicare le ferite.

Il rapporto dei carabinieri è finito sul tavolo del Pm Dini. In particolare una frase ha fatto scattare il reato più grave: “Uno di giusto aveva fatto pulizia, ma non è riuscito a finire l’opera. Vi ricordo che sono purosangue, non ho paura di nessun marocchino di merda. Vi devono bruciare come gli ebrei…”. Il riferimento a Hitler ha portato a contestare l’aggravante prevista dalla legge Mancino.

Padova non è nuova ad episodi del genere. Lo scorso dicembre una bomba carta esplose davanti al centro islamico di via Jacopo da Montagnana, una moschea frequentata dai bengalesi. E sono stati denunciati due militanti di Forza Nuova. Qualche anno fa una cinquantenne padovana aveva urlato contro una studentessa, figlia dell’imam di via Anelli, all’epoca centro di degrado e di spaccio: “Togliti quel velo che fa caldo, sei solo sottomessa, fai schifo”.