Dal 29 maggio scorso, giorno in cui è andata in onda la puntata di Report sui batteri resistenti agli antibiotici, la pagina Facebook dell’Amadori è tutto un susseguirsi di sdegno e rabbia da parte degli utenti. Non riporto qui i commenti ma potete leggerli facilmente visitando la pagina. Magari anche tra i lettori del Fatto c’è qualcuno che sta continuando a protestare a distanza di giorni dalla trasmissione che ha mostrato animali tenuti in condizioni non idonee, topi e un operaio che urina negli allevamenti.

L’azienda non sa far altro che rispondere con lo stesso messaggio sotto ogni post a tutti i messaggi pieni di rabbia dei consumatori. “Abbiamo pubblicato la nostra posizione in merito al servizio di Report del 29 maggio in un comunicato stampa ufficiale che invitiamo cortesemente a leggere sul nostro sito” segue link.

Tutta qui la strategia di crisi di un’azienda importante come Amadori che rifornisce tutti i giorni interi reparti di supermercati, mense, McDonald’s etc.?

Incuranti di quello che è accaduto, non hanno saputo far altro che restare in silenzio, nessun post è stato prodotto dal 27 maggio, ovvero 2 giorni prima della messa in onda della trasmissione. I consumatori continuano a pubblicare commenti sotto i vecchi post: ricette, indovinelli e le immancabili foto dei loro prodotti incelofanati. Sono stupito negativamente nel non trovare nessun post di replica a Report, nessun video di replica alla trasmissione, niente, nemmeno il comunicato pubblicato in evidenza sulla pagina ufficiale. Aspettano che la bufera passi e si aggrappano a un comunicato prodotto qualche ora dopo questo gran pasticcio.

Non sappiamo se vi saranno ripercussioni economiche dopo questi fatti, ma un’azienda che non ha nessuna strategia per questo tipo di eventi nell’era dei social per me è già finita.

Rispondete cosa ne pensate anche voi nei commenti.

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