Non solo Euro 2016. Dall’altra parte del globo si gioca l’altro torneo continentale dell’estate: la Copa America del Centenario. La più grande di sempre, la coppa di tutte le Americhe, che per la prima volta si terrà fuori dal Sudamerica (negli Stati Uniti), e vedrà ai nastri di partenza 16 nazionali di tutto il continente. E se in Francia i più attesi sono i vari Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimovic, Gareth Bale e Andres Iniesta, in Usa dal 3 al 26 giugno ci saranno Leo Messi e Gonzalo Higuain, Carlos Bacca e Arturo Vidal. Non Neymar, che alla vigilia delle Olimpiadi di casa (l’unico trofeo che il Brasile non ha mai vinto) ha preferito risparmiarsi per puntare sui Giochi. Ancora in forse Luis Suarez, in recupero dall’infortunio patito in Coppa del Re col Barcellona. Tutte (o quasi) le stelle dell’altro mondo, con l’Argentina favorita d’obbligo e in cerca di sfidanti.
La Coppa America, in realtà, si è già giocata l’anno scorso in Cile, dove vinsero i padroni di casa ai rigori proprio contro l’Albiceleste. Questa è un’edizione straordinaria, che deroga alla tradizionale cadenza quadriennale del torneo, pensata per commemorare il primo Campeonato Sudamericano de Futbol, disputato 100 anni fa in Argentina e vinto allora dall’Uruguay. Un secolo dopo, la Conmebol ha pensato di fare le cose in grande: allargare il torneo a tutte le Americhe, con una formula a 16 partecipanti ispirata a quella degli Europei (proprio nell’anno in cui invece l’Euro 2016 è passato per la prima volta a 24 squadre). E per sancire il carattere panamericano del trofeo, l’edizione è stata assegnata agli Stati Uniti, con la finale in calendario al MetLife Stadium di New York. Ai nastri di partenza ci sono ovviamente le 10 nazionali della Conmebol (Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Perù, Uruguay, Venezuela), il Messico (ospite quasi fisso) e gli Stati Uniti (Paese ospitante), ma anche Costa Rica (detentore della Coppa centroamericana), Giamaica (Coppa dei Caraibi) e persino Panama e Haiti qualificati attraverso degli spareggi.
Ognuno ha deciso di interpretare a proprio modo la partecipazione alla Copa 100. Per le cenerentole Haiti e Panama è una storica prima volta. Per gli Stati Uniti padroni di casa una vetrina importante, l’occasione per dimostrare di essere all’altezza delle grandi sudamericane. Costa Rica (dopo il gran mondiale 2014) e Giamaica (alla seconda presenza di fila) puntano a stupire, Bolivia, Venezuela e Perù a lottare. La Colombia sperimenta, lasciando a casa Jackson Martinez, Falcao, Muriel e Gutierrez. Lo stesso il Brasile, per cui l’obiettivo a breve termine sono i Giochi di Rio 2016 e quello a lungo termine i Mondiali 2018 in Russia: Dunga ha preparato una squadra molto giovane (a cui si è aggiunta in extremis l’esperienza del vecchio Kakà), ma rischia di non superare l’estate in caso di figuraccia. Messico e Paraguay hanno aperto un nuovo ciclo promettente, l’Ecuador (in testa nel girone di qualificazione ai Mondiali) può essere davvero l’outsider. Il Cile campione in carica deve fare i conti con l’addio del ct Sampaoli (uno dei segreti di quella nazionale), l’Uruguay con la forma precaria di Suarez. Tutte le strade, allora, portano all’Argentina, che schiererà insieme Messi e Higuain (ma anche Mascherano, Banega, Di Maria, Aguero, Lavezzi) per porre fine a un digiuno che dura dal 1993. I problemi per il ct Martino, semmai, cominciano fuori dal campo: la Federazione ha minacciato di ritirare la nazionale a causa dell’intromissione del governo nelle sue elezioni presidenziali, sospese per 90 giorni per un’inchiesta. Ma è un’ipotesi che nessuno vuole prendere in considerazione. Se non vincerà l’Argentina, sarà una grande sorpresa. Ma la Copa America ne ha sempre riservate tante. E l’edizione del Centenario non vuole essere da meno.