MARGUERITE E JULIEN di Valerie Donzelli (Francia 2015) Con Anaïs Demoustier, Jérémie Elkaïm, Frédéric Pierrot. Durata 103’ Voto 3/5
1603, castello di Tourleville in Francia. I figli degli aristocratici de Ravalet, Marguerite e il fratello Julien, si vogliono bene fin da bimbi, poi da adolescenti e maggiorenni consenzienti si amano follemente. Osteggiati dalla morale e dalla legge dominante, vengono separati, fuggono, si riuniscono, fanno l’amore anche un po’ fetish (piedi e orecchie), vengono arrestati, finiscono ghigliottinati per incesto ed adulterio. Vertigine della passione, morbosa ed eterna, che attraversa le ere, mescola abiti di scena e suppellettili moderne e novecentesche, parrucche del settecento e auto a metano, per un film multiforme, libertario e zigzagante. La Donzelli riesuma uno script di Jean Gruault datato 1970, che doveva realizzare Truffaut, e lo riattualizza in modo “selvaggiamente irregolare” instillando comportamenti anticonformisti dell’oggi a livello sociale e sessuale, con pene e moralità seicentesca. L’ibrido formale è un tourbillon forse visivamente claudicante, ma a livello di significato assolutamente pregnante e contemporaneo. Se non ricorda Truffaut non è un male: chi viene dopo i grandi una sua strada se la deve trovare da solo. Vale il biglietto. (DT)