Ai microfoni di Radio Popolare il presidente della Commissione Lavoro della Camera punta il dito contro la decisione di revocare il bonus a 341mila gli italiani il cui reddito è finito sotto i 7.500 euro e che ora sono chiamati a ridare la somma allo Stato. Occorre "agire con buon senso - ha detto l'ex ministro - lo scopo della politica è aiutare le persone, non di accanirsi nei confronti dei più deboli"
“Togliere gli 80 euro ai redditi minimi è una perversione. Il governo trovi una soluzione”. Ai microfoni di Radio Popolare il presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano punta il dito contro la decisione di revocare il bonus a 341mila gli italiani il cui reddito è finito sotto i 7.500 euro e che ora sono chiamati a ridare la somma allo Stato. Occorre “agire con buon senso – ha detto Damiano – lo scopo della politica è aiutare le persone, non di accanirsi nei confronti dei più deboli“.
“Purtroppo – ha continuato l’ex ministro – nella politica hanno prevalso ragionamenti ragionieristici, freddi, numerici”. Inoltre, aggiunge Damiano, “se il governo ipotizza una misura a sostegno dei redditi medio bassi deve anche prevedere che nel caso di scivolamento in basso, sotto la soglia prevista, non si può togliere il beneficio, soprattutto a quelli che hanno la sfortuna di finire tra gli incapienti, dopo aver avuto una diminuzione del reddito”. Serve quindi una soluzione, conclude Damiano, “soprattutto nel momento in cui il presidente del Consiglio pensa di estendere gli 80 euro anche ai pensionati”.