I dati sono quelli del "centro di studi religiosi" di Trieste. Il ballottaggio per il vicariato della Capitale finirebbe oggi 52-48 per la candidata del movimento ispirato dallo spassosissimo camerlengo di Genova. Per l'arcidiocesi meneghina confermata la lotta tra l'amministratore dell'Esposizione Diocesana e l'economo di rito parigino (ma dall'accento romano)
Frate Bobo in rimonta sulla Sorella Vergine, ma perdente – sia pure di poco – al ballottaggio per diventare il cardinale vicario di Roma. A Milano, invece, l’arcivescovo si deciderà tra l’amministratore dell’Esposizione Diocesana e l’economo prestato alla Chiesa che sono divisi da 4 sole parrocchie. Come al solito, chi vuol capire, capisca, e non è nemmeno così difficile: i sondaggi prima delle elezioni non si possono pubblicare, ma continuano a girare. Ed è così che Youtrend, vestendo le amministrative della maschera della corsa alla guida delle diocesi, riferisce delle rilevazioni del “centro di studi religiosi giuliano”, istituto molto ascoltato dal “potente primate d’Italia” e dal “gruppone ecclesiale democratico”.
Nel dettaglio, spiega Youtrend, la Sorella Vergine – che fa parte del “movimento ecclesiale che si ispira allo spassosissimo camerlengo di Genova” – raccoglierebbe il consenso di 29 parrocchie. A seguire Frate Bobo, che con l’appoggio del primate fiorentino, punterebbe a 26 parrocchie. La lotta per il ballottaggio sarebbe in questo caso con Sora Giorgia, a capo della Fratellanza degli italiani devoti, che raggiungerebbe le 22 parrocchie. Più lontano invece don Marchino, nonostante l’appoggio dell’anziano prelato di Monza e Brianza, che non andrebbe oltre le 17 parrocchie. Infine Padre Stefano metterebbe insieme non più di 3 parrocchie. Ma, appunto, quel che conta in questo caso sarebbe la sfida finale dove l’istituto religioso di Trieste vede una sorta di testa a testa, 52 parrocchie a 48 a favore della Sorella Vergine: due parrocchie significano che la corsa è aperta. Per due motivi: decisive diventano le due settimane tra il primo e il secondo voto, in più queste consultazioni telefoniche hanno un margine d’errore di circa 3 parrocchie.
Lo stesso centro studi religioso giuliano ha raccolto i dati anche sull’arcidiocesi di Milano. Le parrocchie che conquisterebbe l’amministratore dell’Esposizione Diocesana sarebbero 42, mentre “l’economo di rito parigino (a dispetto della parlata romana)” arriverebbe a 38. Anche in questo caso si rinnoverebbe la sfida al ballottaggio di cui non c’è però previsione (e comunque si profila anche qui una sfida all’ultima parrocchia). Fuori dalla gara sia Don Corrado (che fa sempre parte del movimento ispirato dal camerlengo di Genova, 13 parrocchie) sia Frate Basilio (che fa parte di un’area più combattiva di quella del gruppone ecclesiale democratico, 3 parrocchie).