A Paternopoli (Avellino), paesino di 2400 anime nella Irpinia dei vecchi feudi demitiani, è in atto un originale esperimento politico: intruppare e tesserare nel Pd sindaco, capo dell’opposizione al sindaco, uomini di Angelino Alfano, fondatori e coordinatori locali di Forza Italia e secondo alcuni persino qualche ex esponente di Casapound perché, denuncia il segretario del circolo cittadino dem Andrea Forgione, “il renzismo è diventato questo: la fine dell’idea di un’appartenenza politica, lo stare insieme solo per stare insieme, l’importante è raccogliere di tutto per superare il referendum di ottobre… Ma siccome questo tesseramento violerebbe ogni regola statutaria mi chiedo, caro Matteo Renzi: possiamo affidare la possibilità di cambiare la Costituzione a persone che non rispettano nemmeno lo Statuto del proprio partito”?
Forgione questi concetti li ha sintetizzati su carta intestata del circolo “Angelo Vassallo” in una lettera spedita a Renzi e per conoscenza al vicesegretario Lorenzo Guerini e alla segretaria campana Assunta Tartaglione. Con la quale racconta la sua versione sul tesseramento, così riassumibile: adesioni contingentate dal commissario provinciale che ha negato 10 nuove iscrizioni proposte dal segretario cittadino, che però poi scopre che dalla federazione di Avellino gli hanno tesserato altre 17 persone a sua insaputa, “tutte legate a Ncd, Fi e Ala”. Nella lettera al premier-segretario, Forgione non fa i nomi. Li sciorina a ilfattoquotidiano.it: “Sono sicuro che il commissario provinciale ha firmato il tesseramento del sindaco Giuseppe Forgione, che capeggiò una coalizione di centrodestra e mi risulta essere del partito del ministro Angelino Alfano, sconfiggendo l’uscente Felice De Rienzo, un nostro iscritto. Sempre il commissario provinciale – prosegue Forgione – ha firmato le tessere di Antonio Morsa, un coordinatore locale di Forza Italia, tra i fondatori del partito berlusconiano ad Avellino, braccio destro del senatore azzurro Cosimo Sibilia, e dell’assessore Udc Mario Balestra. Morsa l’aveva chiesta direttamente a me, la tessera. Con queste parole: ‘Renzi ormai è meglio di Berlusconi’. Siccome Berlusconi è sbiadito, avrà preferito una versione più colorata. Da Avellino non mi danno la lista completa dei 17 vicini al sindaco, qualcuno mi sussurra che c’è un ex Casapound ma non posso confermarlo: però l’ho scritto nella lettera”. Con la quale Forgione fa intravedere imminenti dimissioni dal comitato per il Sì al referendum che ha fondato. “Molti dem, dopo questo anomalo tesseramento, mi chiedono di votare no”. Alla base del tesseramento “allargato”, secondo il segretario dei dem di Paternopoli ci sarebbero manovre di parlamentari irpini e beneventani con legami di amicizia e parentela a esponenti politici locali. Nella lettera fa il nome del deputato Luigi Famiglietti. Al cronista, aggiunge quello del vice ministro alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro.
Vien da chiedersi perché il Pd a Paternopoli può tesserare politici di Forza Italia e non Beppe Grillo. Non è una battuta né una boutade. Nel luglio 2009 Forgione ebbe il suo quarto d’ora di notorietà quando consegnò a Grillo la tessera numero 40 del circolo. Il comico genovese voleva candidarsi alla segreteria nazionale dem, ricevette un rifiuto da un circolo genovese e Forgione lo contattò dichiarandosi disponibile ad accoglierne la domanda d’iscrizione. Finì come è noto: con l’annullamento della tessera. “Grillo mi disse: ‘Tu per questo gesto prima o poi pagherai delle conseguenze, ti segheranno le gambe. Forse quel giorno è arrivato’ ”.