L'ex campione del mondo dei pesi massimi si trovava in ospedale a Phoenix: soffriva di una malattia respiratoria complicata dal Parkinson, di cui era malato da tempo. E sono in molti a ricordare il tre volte campione del mondo su Twitter e Facebook, da Floyd Mayweather Jr a Don King passando per Zinedine Zidane e Nico Rosberg fino David Cameron, Martin Schulz e Matteo Renzi
E’ morto a 74 anni Muhammad Ali, leggenda della boxe. L’ex campione del mondo dei pesi massimi si trovava in ospedale a Phoenix: soffriva di una malattia respiratoria complicata dal Parkinson, di cui era malato da tempo. I funerali si svolgeranno nella città natale di Ali a Louisville, nel Kentucky. Ali, nato Cassius Marcellus Clay, divenne celebre con la vittoria della medaglia d’oro dei pesi mediomassimi alle olimpiadi di Roma del 1960.
Unico pugile al mondo ad aver conquistato per tre volte il titolo di campione del mondo dei pesi massimi, Ali si ritirò nel 1981 dopo aver vinto 56 dei 61 incontri disputati. Poco prima della sua morte, la figlia Laila aveva postato su Facebook una foto dell’ex pugile con la nipotina Sidney e ha scritto: “Grazie per tutto l’amore e la benevolenza. Sento il tuo amore e lo apprezzo”.
Ali è considerato il più grande della storia della boxe e ha gareggiato in scontri indimenticabili. Ecco la carriera di Ali in numeri: 61 i combattimenti a cui ha preso parte, 56 le vittorie. Ali si faceva chiamare “the greatest”, il più grande e ne aveva motivo. 37 le vittorie per ko. 5 le sconfitte subite. 31 gli incontri vinti consecutivamente prima di essere battuto da Joe Frazier nel ‘combattimento del secolo’. Quattordici i round dell’incontro Ali-Frazier, il terzo e ultimo fra i due pugili, vinto da Ali per abbandono da parte di Frazier. Il match è noto come Thriller in Manila.Ventuno gli anni di carriera. Tre le vittorie del titolo mondiale del pesi massimi.
“Dio è venuto per il suo campione. Addio grande“. Così Myke Tyson, considerato uno dei migliori pesi massimi della storia del pugilato, ha reso omaggio su Twitter alla notizia della morte di Muhammed Ali. E sono tantissimi i campioni dello sport che hanno voluto ricordare la figura mitica del tre volte campione del mondo. “Non ci sarà mai più un altro Muhammad Ali. La comunità nera in tutto il mondo, i neri in tutto il mondo avevano bisogno di lui. Era la nostra voce”, è l’omaggio di un altro ex campione del mondo di pugilato, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atlanta, Floyd Mayweather Jr.
“Riposa in pace, il più grande di tutti i tempi, in molti modi”, ha sottolineato Tyson Fury, mentre Oscar de La Hoya ha aggiunto, sempre sui social network: “Ali è una leggenda e uno dei più grandi atleti della storia, il pugile che ha portato il nostro sport a un altro livello, che l’ha fatto conoscere al mondo”. Non manca l”omaggio di Manny Pacquiao che su Twitter ha scritto: “Abbiamo perso un gigante, il nostro sport ha beneficiato del suo talento sul ring ma ancora di più della sua umanità” e ha poi ritwittato il messaggio di Bob Aurum, promoter del primo combattimento nel 1966 per Muhammad Ali: “La sua eredità sarà parte della nostra storia per sempre. Ci ha lasciato un vero grande. Muhammad Ali ha trasformato questo paese ed ha influenzato il mondo con il suo spirito”.
E anche il mondo del calcio ricorda “the greatest“. Da Paul Pogba: “Che Dio sia con te. RIP #muhammadali”, a Claudio Marchisio: “Sei stato e sarai sempre il più Grande! #RIPMuhammadAli”, per arrivare ad Javier Mascherano: “Non c’è altro da dire. RIP”. Anche il tecnico del Real Madrid, Zinedine Zidane ha voluto ricordare Ali con un messaggio breve: “Impossible is nothing”, “The Greatest. RIP. ZZ”.
“Ali era il più grande sportivo, l’eroe di tutti i tempi. Una grande fonte di ispirazione per tutti noi”, ha scritto su Twitter il pilota della Mercedes, Nico Rosberg, mentre il compagno di squadra Lewis Hamilton ha aggiunto: “Le mie preghiere e i miei pensieri sono con Muhammad e la sua famiglia”. Anche la nuotatrice statunitense, Janet Evans, ricorda uno dei momenti più emozionanti legati alla figura di Ali: “Passargli la torcia olimpica ad Atlanta 1996 è stato il momento che non dimenticherò mai. Il ruolo di un atleta olimpico è di ispirare gli altri a rincorrere i loro sogni, nessuno ha vissuto questo ruolo meglio di lui”.
“Ali, Frazier, Foreman, eravamo una persona sola. Una parte di me, una grande parte, se n’è andata“, ha poi scritto George Foreman su Twitter. “Grazie a Muhammad Ali. Eri un campione in tutto… Hai “lottato” bene. Riposa in pace”, ha scritto Bernice King, figlia di Martin Luther King, rendendo omaggio alla leggenda del pugilato. Altro grande personaggio della boxe mondiale a ricordare il più grande pugile di tutti i tempi è il promoter Don King: “E’ un giorno triste. Volevo bene a Muhammad Ali, eravamo amici. Ali non morirà mai. Senza dubbio la sua eredità è quella di un uomo che ha sfidato le convenzioni, si alzò in piedi per ciò in cui credeva e quando è stato messo alla prova ha preferito rimetterci personalmente piuttosto che andare contro le sue convinzioni”.
“Muhammad Ali non è stato soltanto un campione sul ring, è stato un campione dei diritti civili, e un modello per così tante persone”. Lo scrive su Twitter il premier britannico David Cameron. E anche Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, ricorda il grande campione: “Una leggenda sul ring e fuori dal ring. Le lotte di Muhammad Ali per la pace, i diritti civili e l’uguaglianza continueranno a vivere tanto quanto le sue epiche vittorie”. “La velocità e la forza, la lunga battaglia per i diritti civili e quella contro la malattia, ci mancherà #MuhammadAli”, è il tweet dedicato al mito della boxe da Matteo Renzi.
“Ci ha lasciato uno dei più grandi atleti che il mondo dello sport abbia mai avuto ma soprattutto un grande uomo che ha lottato per i diritti umani”. L’ex campione di pugilato Patrizio Oliva ricorda così all’Adnkronos Muhammad Ali. “E’ stato l’idolo di tutti, chiunque si sia avvicinato alla boxe ha tentato di imitarlo, io sono stato uno di questi. Provavo a imitare i colpi come li faceva lui e come si muoveva sul ring”, prosegue l’ex campione del mondo nei superleggeri. Lascia un grande vuoto nello sport, è un uomo che ha rappresentato la vita attraverso lo sport. Ricordo quando a Los Angeles accese il braciere olimpico, il più grande gesto di coraggio che può fare un uomo: lui che rappresentava la forza e la salute non ha avuto paura a mostrarsi con la sua malattia al mondo intero. Un gesto che soltanto i grandi riescono a fare”, conclude Oliva.
Muhammad Ali “è stato il più grande”, grazie a lui “il mondo è migliore e noi siamo migliori“. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e la moglie Michelle ricordando così il campione di pugilato. “Se solo glielo aveste chiesto, ve lo avrebbe detto, vi avrebbe detto che è stato doppiamente il più grande, lui che ha ammanettato il fulmine e chiuso in prigione un tuono”, scrive Obama in una nota, citando le parole pronunciate dallo stesso Ali prima del match del 30 ottobre del 1974 a Kinshasa contro George Foreman.
“Muhammad Ali – riconosce il presidente, che si dice “grato a Dio” per averlo potuto conoscere di persona” – ha scosso il mondo, e il mondo è migliore per questo, per questo siamo tutti migliori”. La leggenda della boxe mondiale “ha combattuto per quello che riteneva giusto, ha combattuto per noi“, ricorda ancora il presidente degli Stati Uniti, che rivela di avere bene in mostra nel suo ufficio privato, vicino allo Studio Ovale, un paio di guantoni che gli sono appartenuti.
E anche Donald Trump piange la morte di Muhammad Ali, che in una delle sue ultime dichiarazioni pubbliche, nel dicembre scorso, aveva criticato duramente il candidato repubblicano alla Casa Bianca per la sua proposta di vietare l’ingresso ai migranti musulmani negli Stati Uniti. “Muhammad Ali è morto a 74 anni – ha scritto su twitter il magnate – Un campione veramente grande ed una persona magnifica. Mancherà a tutti”.
La leggenda della boxe, pur non avendo citato esplicitamente Trump, in dicembre aveva diffuso un comunicato durissimo, dal titolo “Candidati alla presidenza propongono di vietare l’immigrazione musulmana negli Stati Uniti“, nel quale ricordava come quella islamica sia una religione di pace e chiedeva di non usare l’argomento a fini politici.