Vette di trash mai raggiunte prima e che forse non vedremo per lungo tempo in prima serata. Questo è stato lo speciale di Uomini e Donne andato in onda venerdì sera, dedicato all’infinita (e sfinente) storia tra Gemma e Giorgio, protagonisti del trono over del programma di Maria De Filippi.
Prima di analizzare l’happening trash dell’anno, però, è bene far parlare i freddi numeri dell’Auditel: 3.693.000, 17,7% di share, vittoria in prime time contro Con il cuore, il programma condotto da Carlo Conti da Assisi. Una vittoria che ha del clamoroso, anche perché trattasi di un programma televisivo a costo zero: due ore e mezza di montaggio di vecchi spezzoni di due anni di trasmissione e dieci minuti dieci di materiale inedito con la lacrimosa Gemma a leggere una lacrimevole lettera a Giorgio. Tra trucco rovinato dall’ennesimo pianto e dichiarazioni d’amore come neanche in un romanzo Harmony, lo speciale di Uomini e Donne ha dimostrato ancora una volta la superiorità schiacciante di Maria De Filippi e del suo modo di fare tv.
È una buona notizia per la televisione italiana? Forse no, in questo caso, perché il programma del pomeriggio di Canale5 è, nonostante il trionfo di ascolti che lo contraddistingue, il prodotto peggiore dell’universo defilippiano. Ciononostante, è indubbio come Maria la Sanguinaria conosca profondamente i gusti del pubblico televisivo, di un certo pubblico televisivo per l’esattezza, e lo sappia stuzzicare, accalappiare, inchiodare alla poltrona. Quello che abbiamo visto ieri sera è un feuilleton d’altri tempi coniugato nel linguaggio contemporaneo del reality televisivo. Il montaggio efficace, la colonna sonora paraculissima, l’alternarsi di farsa e tragedia come tradizione millenaria vuole. Un prodotto perfetto, nella sua disarmante pochezza culturale. Ma sempre di prodotto perfetto si tratta, perché coglie nel segno, perché fa parlare di sé, perché fa esplodere i social network (con l’hashtag #gemmaegiorgio al secondo posto tra i TT mondiali di twitter).
È l’ennesima dimostrazione di forza di Nostra Signora della Tv, che riesce a stravincere anche senza apparire (ieri sera la De Filippi non si è vista nemmeno un secondo, nemmeno negli spezzoni di archivio che ricostruivano la vicenda). Ma anche senza la presenza di Bloody Mary, lo speciale era comunque intriso del suo modo di fare tv, in un linguaggio sospeso tra C’è posta per te e Uomini e Donne, tra dramma e farsa, per l’appunto.
Certo è che dalle parti di Uomini e Donne dovrebbero fare un monumento a Gemma Galgani, l’ultrasessantenne protagonista di questa infinita vicenda. Le lacrime, gli sfottò subiti da Tina Cipollari e Gianni Sperti, il continuo farsi concava e convessa per salvare un amore che forse non era mai esistito se non nella sua mente da drama queen. Un romanzo popolare di una donna non certo di primo pelo che insegue, anche contro l’evidenza, la felicità amorosa. Non un esempio positivo, però, perché Gemma è zerbino, Gemma è la parte debole che annulla se stessa pur di ottenere un briciolo di attenzione da parte dell’uomo che ama. E per questo coinvolge il pubblico, forse, perché una parte ci si rivede (ammettiamolo, suvvia), mentre un’altra parte la sfotte e la detesta perché simbolo di una donna debole e senza personalità.
Ma televisivamente funziona, e funziona assai. Un programma a costo zero, fatto perlopiù di spezzoni già visti, ha creato un’hype (come dicono quelli che se ne intendono) rara anzichenò nelle prime serate di un giugno televisivo. Ecco spiegato il trionfo all’Auditel, ecco spiegato il trionfo sui social network. Una trashata clamorosa, ribadiamo, ma che evidentemente rappresenta una parte importante del pubblico televisivo generalista. Ci piaccia o no, Gemma siamo noi. E Maria De Filippi lo sa.