Fortuna che comincia il Ramadan tra qualche giorno. Ci sarà dunque un rallentamento delle attività negli uffici, non solo a causa delle imprevedibili interruzioni di corrente. La Nigelec, compagnia nazionale per la produzione e distribuzione di elettricità, è più forte di Dio. La luce fu e poi arriva la Nigelec per mettere le cose in chiaro. Chi comanda è lei e le altre cose della creazione passano in secondo luogo. Il Niger è un paese interessante visto di notte. Si passa dai più sofisticati mezzi di analisi della povertà all’acquisto di una fiammante Rolls-Royce da parte di un giovane rampante della nuova borghesia nigerina. Arricchitosi col petrolio, desidera incentivarne l’uso e il consumo. Appena in tempo perché ormai l’azienda è in mano ai cinesi della Piazza Tiananmen. Siamo nel 1989 e, per oltre un mese, i giovani la assediano. Era il 4 di giugno quando il massacro mette fine al futuro.
Ora la piazza è un luogo turistico, dove anche le madri degli uccisi sono censurate. Intanto, la Rolls-Royce di Kader sembra essere costata 100 milioni di franchi, che fanno giusto 152mila euro. I maestri dei villaggi non sono pagati da mesi. Le scuole statali sono in fase di smantellamento pratico permanente, nell’indifferenza generalizzata. Intanto il figlio del presidente di ciò che rimane della Repubblica del Niger, è il nuovo consigliere principale dell’informazione presidenziale. Lui ha studiato ad Harvard, negli Stati Uniti e, per diritto, si trova in quel posto. Giusto un paio di commenti, nel net, alla notizia della nomina.
“Buona fortuna Abba, io sono della tua stessa generazione ma ho studiato all’univeristà statale Abdou Moumouni, siccome sono figlio di contadini. Allah ha deciso così, buona fortuna“. Segue un commento del commento in questa forma “io mi trovo negli Usa fratello, Harvard ti accoglierà nella misura in cui hai i soldi. Non è l’intelligenza che conta, ma il potere e i biglietti di banca. Sorpreso? Anche per lui arriva il Ramadan, che poi è uno dei pilastri dell’Islam. La compagnia telefonica Moov ha riservato un’intera pagina pubblicitaria sul Sahel Dimanche. La Grande Moschea di Niamey e la carta telefonica no limit, almeno nel prezzo.
Ancora altri morti uccisi da Boko Haram martedì scorso. Almeno sei persone che si aggiungono a quelle massacrate qualche giorno fa nella stessa zona. Il governo ha da tempo dichiarato lo stato d’urgenza nella zona di Diffa. I rifugiati e gli sfollati sono 240mila secondo il Ministero degli Interni. Altre migliaia si trovano in campi nei pressi del Mali, in seguito all’occupazione forzata del nord e ai gruppi ribelli tutt’ora attivi. Si attende il Ramadan e durante il giorno si digiuna di cibo e acqua. Si fanno opere buone e l’elemosina ai mendicanti che sono coltivati con cura per il resto dell’anno.
Si mangia la notte per tre volte se possibile. La città si circonda di profumi, colori e sapori. Legumi, dolci tipici, formaggi e frutta. Nel giorno invece si aggirano i fantasmi gastronomici tra le rotonde della capitale. Invece, c’è nel paese l’attesa carestia di oltre due milioni di persone e la vulnerabilità alimentare per altri quattro. Non mancano i dati e neppure i divorzi consumati in città. Oltre 600 in media all’anno a Niamey, per la sola Associazione Islamica del Niger. Poi si aspetta l’inondazione per la stagione delle piogge e la conseguente domanda di fondi ai donatori internazionali. Seguirà la siccità, e meno male che la meningite quest’anno si è ritirata in silenzio dopo appena 95 morti. Il miracolo del Niger assomiglia a quello di San Gennaro, che non dice mai di no.
Da Niamey, giugno 016