“La rievocazione beffarda e irriverente di uno dei delitti più brutali della storia delle istituzioni di questo paese e di uno dei momenti più difficili per la democrazia italiana al solo scopo di colpire chi la pensa in modo diverso è la rappresentazione peggiore che la politica può dare di sé”. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia commenta l’episodio del fotomontaggio, apparso su Facebook, che ha avuto per protagonista il segretario della Lega, Matteo Salvini.
I siti satirici, questa volta, non c’entrano: ad avere postato il fotomontaggio del leader della Lega imbavagliato davanti alla bandiera delle brigate rosse (storica immagine del sequestro di Aldo Moro) è stato infatti, sabato 4 giugno, Edoardo Michele Castaldi, esponente dei giovani del Pd di Sarzana, in provincia di La Spezia. Un’immagine che non è piaciuta alla Lega che, attraverso il consigliere regionale leghista Stefania Pucciarelli, è stato segnalato alla Digos. “Sono attonita davanti a questa infelice uscita – ha dichiarato la Pucciarelli – Mi vengono i brividi a vedere che il post sia anche piaciuto. Non voglio pensare che un partito che ha nel suo nome la parola democrazia abbia svuotato di senso questo termine permettendo ai propri esponenti di evocare lo spettro delle Brigate Rosse e dell’assassinio degli avversari politici”. Lo stesso Salvini ha poi twittato l’immagine incriminata, scrivendo: “Eccoli i ‘democratici’ del Pd, mi vorrebbero far fare questa fine… Solo una parola per voi: vergogna!”. Il leader della Lega si era presentato imbavagliato durante la puntata di Otto e mezzo dello scorso 2 giugno: era in collegamento da Bologna, dove, nel corso del comizio a sostegno del candidato sindaco leghista Lucia Borgonzoni, si era presentato con lo stesso fazzoletto sulla bocca per protestare contro il divieto del questore, che gli aveva impedito di andare in piazza Verdi.
Eccoli i “democratici” del PD, mi vorrebbero far fare questa fine… Solo una parola per voi: VERGOGNA! pic.twitter.com/HNTCl6ton5
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 4 giugno 2016
Parole, queste, che sono giunte alle orecchie del Pd locale, il quale in prima battuta si è fatto portavoce delle scuse del ragazzo: “Si è scusato, ha capito la gravità del gesto che non si ripeterà – ha detto il segretario provinciale dei Giovani Democratici di La Spezia Gianmarco Franchi – Un gesto molto discutibile viste le radici del nostro partito, post-comuniste ma anche di area cattolica”. Franchi si è anche dissociato dal post e dai suoi contenuti “a nome del Pd” e ha rivolto un invito “a un utilizzo meno disinvolto dei social network”.
“Dopo un gesto così grave chiedono solamente scusa e fanno finta di niente”, è stata la risposta dei presidenti dei gruppi parlamentari della Lega Nord Massimiliano Fedriga e Gian Marco Centinaio che hanno continuato: “Non si può derubricare tutto ad una bravata. Se sono davvero pentiti allontanino subito Castaldi e lo rimuovano da qualsiasi carica all’interno del partito. Fascisti camuffati da comunisti benpensanti e democratici. Questi sono gli esponenti del Pd, pronti a prendere in mano pistole e bombe”.
Detto, fatto: “Deferirò il giovane esponente del Pd alla Commissione di Garanzia del Partito – ha detto David Ermini, commissario regionale del Pd ligure – per aver violato i contenuti del nostro Codice Etico, che ci richiama a un corretto utilizzo dei mezzi di comunicazione. Ci dissociamo fermamente dal comportamento del giovane del Pd di Sarzana e dalla bruttissima immagine che ha postato sul suo profilo Fb: offende tutti noi, gli iscritti e i militanti del Pd, la nostra storia e i valori che ogni giorno portiamo avanti sul territorio e nelle sedi istituzionali”. Ma con una postilla: Ermini ha infatti aggiunto che gli sarebbe piaciuto “vedere altrettanta fermezza da parte della Lega Nord nel condannare episodi di violenza verbale e comunicativa da parte dei propri esponenti, accaduti anche non molto tempo fa in Liguria (quando cioè il consigliere regionale della Lega Nord Giovanni De Paoli aveva detto che se avesse avuto un figlio omosessuale l’avrebbe “buttato in una caldaia e dato fuoco”, nda). Questo purtroppo non è avvenuto”. Ermini ha così annunciato anche che il Pd farà ricorso all’autorità giudiziaria per tutelare il Pd contro gli esponenti della Lega che, “utilizzando in maniera strumentale il comportamento di un singolo militante che noi stessi stigmatizziamo e contro cui stiamo prendendo provvedimenti concreti, offendono e diffamano il Pd con epiteti assolutamente fuori luogo e totalmente gratuiti”.