Vertici d’emergenza della Banca centrale d’Inghilterra, che si terrà pronta ad alzare i tassi di interesse e lancerà operazioni di rifinanziamento ad hoc per gli istituti di credito privati. Trader attivi per tutta la notte nei quartier generali di Jp Morgan Chase, Royal Bank of Scotland, Morgan Stanley e Lloyds nella City. Società specializzate nei sondaggi di opinione mobilitate per avere un primo riscontro appena chiuderanno le urne, visto che non verranno diffusi exit poll ufficiali. Enti pubblici e aziende con sede in Gran Bretagna si preparano al referendum del 23 giugno sulla permanenza del Paese nell’Unione europea mettendo in conto che l’esito possa essere il più temuto: la Brexit.
Del resto, sulla base di un sondaggio realizzato la scorsa settimana per il Guardian, gli euroscettici sono tornati in testa: 52% dei consensi contro il 48% dei favorevoli a restare nella Ue. Uno scenario che spaventa non poco i mercati. La Brexit “metterebbe una bomba sotto la nostra economia e la cosa peggiore è che avremmo acceso la miccia da soli”, ha detto lunedì il premier David Cameron durante un intervento pubblico pro Ue al fianco di due leader del centro sinistra, il Liberal democratico Tim Farron e la Verde Natalie Bennett.
La Bank of England, secondo quanto rivelato dallo stesso Guardian domenica, in caso di vittoria dei sì all’uscita riunirà il comitato per la politica monetaria e quello per la politica fiscale, responsabile di assicurare che non si ripeta il caos andato in scena otto anni fa durante la crisi bancaria. Per evitare il crollo della sterlina e una fiammata inflazionistica potrebbero essere alzati i tassi di interesse, mentre per sostenere l’economia ci sono due possibilità: tagliare il costo del credito o espandere il programma di quantitative easing avviato dalla stessa banca. In più sono state messe in agenda tre operazioni speciali di rifinanziamento (la prima il 14 giugno) per assicurare agli istituti la liquidità necessaria per gestire le turbolenze inevitabili in caso di Brexit.
Dal canto loro, scrive il quotidiano britannico, anche gli istituti si sono preparati per la notte cruciale: JP Morgan ha prenotato molte camere d’albergo nel distretto direzionale di Canary Wharf dove potranno riposare per qualche ora i trader impegnati a monitorare i mercati in attesa dell’esito. Anche Rbs ha chiesto ad alcuni operatori che si occupano di valute di lavorare tutta la notte. Etx Capital, un broker londinese di derivati, offrirà la cena, il viaggio in taxi e un bonus per incentivare i suoi dipendenti e impiegati a lavorare senza interruzione.
Le urne chiuderanno alle 22, non sono previsti exit poll ufficiali e il conteggio definitivo dei voti si concluderà non prima della mattina del 24 giugno.