L'ex primo cittadino del capoluogo campano commenta la sconfitta dei dem a Napoli. Il presidente del Consiglio, dice, escludendolo dalla corsa, "ha fatto un regalo a de Magistris". E sulle reponsabilità di Ala in merito alla débâcle dice: il vero problema è che "il Pd non ha fatto il Pd"
A Napoli “si è perso senza combattere” e il Pd e la sua coalizione hanno incassato un risultato “pesantemente negativo, peggio non si poteva fare”. E se è vero che come dice Matteo Renzi, che alle amministrative si è votato per i sindaci e non per il governo, “se si vota per grandi città come Napoli, Milano, Torino e Bologna si vota per il Paese, perché le grandi città ne sono l’ossatura”. Antonio Bassolino parla a meno di due giorni dalla débâcle della candidata Valeria Valente a Napoli, scelta dalle primarie Pd dalle quali lui era uscito sconfitto. I suoi tre ricorsi sono stati respinti – nonostante i sospetti di brogli – e lui escluso dalla corsa per palazzo San Giacomo, che si avvia alla riconferma di Luigi de Magistris. A lui, dice l’ex primo cittadino, “è stato fatto un grande regalo. È andato al ballottaggio con un buon risultato senza battaglia”. E guardando proprio al secondo turno, poi, Bassolino dice di aspettare in quanto “militante” “l’opinione e la volontà politica del Pd“. Già sono incappato nelle ire della segreteria regionale. Ho contrastato lo stalinismo ma non avevo mai visto lo stalinismo democristiano, ora l’ho visto. Non volendo incorrere nella disciplina del Pd, aspetto il Pd come è giusto da parte mia fare”.
Nel corso della conferenza convocata nella sede della sua fondazione Sudd, Bassolino critica il presidente del Consiglio per non avere puntato su di lui. “Non capisco perché Renzi è stato trascinato in questa avventura politica, e ora mi auguro Renzi voglia andare a fondo sul Pd provinciale e regionale”, ha aggiunto Bassolino, secondo cui “tra me e de Magistris sarebbe stata una bella battaglia, utile alla città, chiunque avesse vinto. Due idee di città, di sindaco, di rapporti con istituzioni e cittadini, chiunque avesse vinto ne usciva più forte dalla competizione con l’altro”. Quella che al contrario è stata scelta dal segretario dem è “una strada che a Napoli sapevano avrebbe portato in un vicolo cieco”. Bassolino tira poi in ballo “logiche correntizie, connivenze” e ritiene che al premier sia “stato fatto commettere un serio errore, si è messo sulle sue spalle responsabilità non giuste. Renzi ha avuto cattivi consiglieri”.
Anche sulle eventuali responsabilità della sconfitta riconducibili all’alleanza con Ala di Denis Verdini Bassolino punta il dito contro il suo partito e spiega: “Ora è diventato di moda criticare l’alleanza. Sono io che ho sollevato il tema che ora dico non si esageri, il risultato non dipende solo da Ala. E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma il contributo del Pd è stato immenso”. Pur riconoscendo che “Ala ci ha messo un pezzetto suo”, il vero problema per Bassolino è che “il Pd non ha fatto il Pd“. “Leggo che non abbiamo spiegato l’alleanza ma è una vecchia storia della politica”, ha continuato. “Quando cose andavano male non era mai sbagliata la linea politica, non l’avevamo spiegata bene. Invece anche stavolta il problema più serio che abbiamo avuto a Napoli è stata la mancanza di politica. Anche l’alleanza con Ala è dovuta alla mancanza di politica, non serviva né a noi né a loro l’alleanza e ancora oggi sono sconosciuti il padre e la madre di questa alleanza”.
Anziché rinunciare alla corsa per la poltrona di sindaco ammette che avrebbe potuto fare una lista civica. “Potevo farlo all’Augusteo – ha spiegato – dove ho fatto la più bella manifestazione della campagna elettorale, l’unica senza un pulmino, neanche quelli scolastici. Non l’ho voluto fare. Renzi – ha continuato – aveva detto ‘spero che nessuno scappi con il pallone’. Non sono scappato per rispetto della mia storia e perché il pallone era stato già messo nella nostra rete con un terribile autogol. Anche volendo non potevo prenderlo, il danno era già stato fatto”.