La crescita rallenta, secondo l’Istat. L’economia italiana segna uno sviluppo, ma con un ritmo moderato: i consumi sono il principale motore a cui si accompagna anche un miglioramento degli investimenti. Ma nella nota mensile dell’istituto di statistica si legge anche che l’indicatore composito anticipatore ha segnato un ulteriore calo: vale a dire che l’attività economica è destinata a rallentare nel breve termine. Ai risultati positivi registrati nel primo trimestre – sottolinea l’Istat – si affiancano alcuni segnali di debolezza nelle aspettative delle imprese e negli ordinativi del settore manifatturiero.
Nel primo trimestre i contributi positivi alla crescita dello 0,3% registrata dal pil provengono in particolare dalla spesa delle famiglie residenti, mentre la componente estera ha fornito un contributo negativo alla crescita. Rispetto al trimestre precedente, i consumi finali nazionali e gli investimenti fissi lordi sono aumentati con la stessa intensità (+0,2%), mentre il rallentamento del commercio mondiale ha condizionato l’andamento delle esportazioni (-1,5%). Il modesto aumento degli investimenti ha sintetizzato da un lato il proseguire della crescita degli impianti e macchinari (+1,3%) e la ripresa dei prodotti in proprietà intellettuale (+1,1%), dall’altro la riduzione delle costruzioni (-0,5%). Gli investimenti in mezzi di trasporto hanno fornito un contributo positivo, ma in significativa decelerazione (+2,4%).
Nell’industria in senso stretto, alla crescita robusta del valore aggiunto nel primo trimestre (+1,2% rispetto al trimestre precedente) si sono accompagnati segnali contrastanti provenienti dagli ordinativi (-1,4%) e dal clima di fiducia che, in lieve diminuzione a maggio, continua ad oscillare sui livelli di inizio anno. Sempre a maggio si segnala il peggioramento dei giudizi sulle attese dell’economia per tutti i principali raggruppamenti economici.
Nelle costruzioni, i risultati positivi del secondo semestre 2015 non hanno trovato conferma nei primi tre mesi del 2016, quando la diminuzione congiunturale degli investimenti ha riguardato, con intensità analoga, sia le abitazioni sia i fabbricati non residenziali e le altre opere. A maggio il clima di fiducia delle imprese resta comunque su livelli elevati e si rafforzano i segnali di miglioramento sul mercato immobiliare.
A maggio le aspettative formulate dagli imprenditori sulle tendenze dell’occupazione per i successivi tre mesi sono in miglioramento nei servizi a fronte di un complessivo peggioramento negli altri settori. Secondo l’Istat gli incrementi delle retribuzioni contrattuali pro-capite restano molto limitati (ad aprile hanno segnato una crescita tendenziale dello 0,6%) in un contesto di riduzione del livello dei prezzi al consumo. Ad aprile, si legge ancora, l’aumento degli occupati ha riguardato sia gli uomini (+0,3% su mese) sia le donne (+0,1%). La crescita ha coinvolto i dipendenti a carattere permanente (+0,2%, 35 mila occupati in più), a fronte di una sostanziale stabilità di quelli a termine. Il tasso di disoccupazione ha ripreso ad aumentare, all’11,7%, come effetto della crescita della disoccupazione femminile al 12,8% legata all’aumento del numero di donne in cerca di occupazione (+4,2% in un mese) in corrispondenza di un calo delle inattive (-0,8%).
La spesa delle famiglie cresce, per esempio, ma nell’ultimo mese il clima di fiducia è peggiorato. Nel primo trimestre del 2016, si legge, la spesa delle famiglie italiane è cresciuta su base congiunturale allo stesso ritmo del trimestre precedente (+0,3%). Gli aumenti più rilevanti si sono avuti nella spesa in beni non durevoli (+0,7%) e in quelli durevoli (+0,5%, in frenata rispetto ai trimestri precedenti) mentre le spese per i servizi sono risultate più deboli (+0,2%); gli acquisti in beni semidurevoli hanno invece segnato una significativa contrazione (-1%). Anche la spesa delle amministrazioni pubbliche ha registrato un lieve incremento (+0,2%). In maggio è proseguito il calo di fiducia dei consumatori iniziato a gennaio. Nell’ultimo mese risultano in peggioramento le valutazioni sul clima economico e, in misura più lieve, sul clima futuro.