Copertina di Maurizio Crozza che apre la nuova puntata di Dimartedì (La7), commentando l’esito elettorale nei panni di Matteo Renzi: “Che trionfo domenica, una rimonta esemplare, nessuno ci credeva. Alla fine tutti sono rimasti indietro. Parlo di Valentino Rossi, è successo altro? C’è stato il tracollo del Pd? Correva anche il Pd? E con quale moto? In una giornata così a me conviene parlare più del GP in Catalogna o del Pd in catalessi?”. Il comica torna nelle sue vesti e commenta: “Mentre Renzi era concentrato sull’abolizione del Senato a ottobre, i Comuni hanno abolito lui a giugno. Queste elezioni per il Pd più che un campanellino d’allarme sono state la sirena di una nave da crociera con l’amplificazione dei Pink Floyd. Renzi ha detto testualmente: ‘Non siamo contenti’. Renzi quando vince dice ‘io’, quando perde dice ‘noi’. Quando perde, diventa democratico. E’ già un inizio, dai”. E aggiunge: “A Roma il Pd è 10 punti indietro al M5S. Giachetti, poverino, sono due giorni che vaga sotto choc, sembra Leonardo Di Caprio dopo che ha combattuto con l’orso. Non riesce nemmeno a salire sullo scooter: per tornare a casa ha chiesto un passaggio a Marchini che non vedeva l’ora che finisse questa farsa per riprendersi ‘sta cazzo di Ferrari. L’unica che l’ha presa bene” – continua – “è la Meloni: le dispiace un po’ solo per quella figa che c’era sui manifesti. Eppure, io la Meloni ce la vedevo bene col fascio da sindaco. Scusate, fascia. Fassina pare che sia sereno, è convinto che si voti a fine luglio e nessuno se l’è sentita di dirgli la verità. Adinolfi ha preso lo 0,6% col Partito della Famiglia. Praticamente non l’ha votato nemmeno la sua di famiglia. Ormai a Roma lo chiamano ‘Er Prefisso’ ”. Crozza poi imita Ignazio Marino (“Non godevo così tanto dai tempi in cui molestavo il Papa”) e ironizza sull’accordo sottoscritto da Virginia Raggi del M5S con la Casaleggio Associati: “Le sue dimissioni può deciderle solo Grillo. Praticamente Roma la governa Grillo. Il marchese del Beppe Grillo”. E si cala nelle vesti del leader del M5S: “Belin, mi dispiace. Ma io sono io. E voi non siete un cazzo”
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