Il 3 febbraio 2015 l'uomo aveva imbracciato il fucile per rispondere al fuoco dei banditi che avevano assaltato l’oreficeria vicina alla sua pompa di benzina e aveva ucciso uno di loro. Il pm gli contestava l'eccesso colposo di legittima difesa
Archiviate le accuse per Graziano Stacchio. Il benzinaio di Ponte di Nanto, il 3 febbraio 2015 aveva imbracciato il fucile per rispondere al fuoco dei banditi che avevano assaltato l’oreficeria vicina alla sua pompa di benzina, uccidendone uno, Albano Cassol. Oggi il giudice di Vicenza Stefano Furlani ha firmato il decreto di archiviazione dell’accusa di eccesso colposo di legittima difesa.
La Procura aveva già accertato che la sera della rapina i banditi avevano sparato per uccidere, con raffiche ad altezza d’uomo: per questo, secondo il pm e il giudice, Stacchio ha risposto a una minaccia mortale reagendo con un mezzo proporzionato, cercando però di non colpire parti vitali dei rapinatori. Dei tre colpi sparati dal benzinaio, infatti, due erano indirizzati contro la carrozzeria dell’auto dei banditi e uno aveva raggiunto la parte posteriore della coscia di Cassol, recidendone la femorale e causandone la morte. Stacchio ha sempre difeso il suo gesto: “Lo rifarei immediatamente perché difendere quella giovane intrappolata nella gioielleria lo considero un dovere. Altrimenti che futuro possiamo consegnare ai nostri figli?”