Mai visto nulla del genere, nemmeno con l’alluvione e l’emergenza neve. E’ stata una cosa improvvisa, di una violenza inaudita, non c’era allerta meteo”, ha detto Francesco Fiordomo, sindaco di Recanati. Allagamenti e smottamenti nel paese di Leopardi, nel maceratese. “Abbiamo avuto lesioni ad una porzione del tetto e conseguentemente agli ambienti sottostanti. Al momento non si registrano danni strutturali al palazzo, ma ad alcune decorazioni e tempere del piano nobile e della biblioteca. La soprintendenza ai monumenti è stata avvisata” ha spiegato all’Ansa Vanni Leopardi, uno dei discendenti del poeta. Già perché anche il Palazzo nel quale è nato e ha vissuto “il giovane favoloso” ha fatto le spese delle piogge torrenziali del 5 giugno.

L’edificio affacciato sulla piazzetta “Il sabato del villaggio” non colpisce certo per la sua maestosità. Anzi. Le modifiche settecentesche quasi nascondono al primo piano, la grande biblioteca. L’unica zona aperta al pubblico, poiché il resto dell’edificio è ancora abitazione privata della famiglia Leopardi. Circa 20mila volumi che non solo hanno costituito la finestra sul mondo per il giovane poeta, ma anche un eccezionale riferimento per tutti i recanatesi, considerando che dal 1812 quello spazio è stato aperto a tutti. Senza dubbio un luogo straordinariamente simbolico. Un luogo che funziona. Forse anche per merito di un un sito che, nonostante sia solo in italiano, offre le informazioni necessarie. Così tante le visite. Persone di ogni età e provenienti anche da altri Paesi ci vengono. Per vedere, per immergersi negli spazi nei quali un autentico fuoriclasse ha scritto dei capolavori assoluti. Senza tempo. Come dimostra la gran parte dei commenti su Tripadvisor, quel luogo magico incanta quasi tutti. Anche perché il centro ha scelto, a ragione, di trasformare il poeta in un brand. Per questo Recanati è il Comune di Leopardi.

Le parole di Vanni Leopardi potrebbe sembrare eccessive. La sua preoccupazione, un’esagerazione. Tanto più che Recanati si è candidata a Capitale della Cultura 2018. I più scettici di certo si chiederanno come sia possibile che di fronte ad un Comune che è diventato quasi sinonimo di Leopardi e che contando su questa presenza ha deciso di giocarsi la prestigiosa candidatura, possa non prestare tutte le dovute attenzioni al Palazzo. Eppure il rischio c’è. E’ più che concreto. “E’ stato un campanello d’allarme che non può essere trascurato perché questo antico palazzo di ben 10mila mq… non può sostenersi solo grazie alla cura e all’amore che la famiglia da sempre gli dedica, ma necessita anche di un forte appoggio istituzionale” ha aggiunto il discendente del poeta. La causa? Non solo “l’eccezionale maltempo”. Soprattutto la mancata manutenzione!

Ecco il punto. La cura continua. Il monitoraggio regolare. Che ci dovrebbe essere, come ha sostenuto anche il ministro Franceschini. Ma che in realtà, nella maggior parte dei casi non c’è. Come è accaduto a Recanati, dove è probabile che si provvederà. Fortunatamente. Evitando che Leopardi finisca sott’acqua. Evitando che i vigili del fuoco debbano tornare. Questa volta per salvare la biblioteca. Il problema in ogni caso rimarrà, anche se il pericolo sarà scampato. Intervenire in extremis è un segnale. Fa parte di un metodo scellerato per il quale la manutenzione ordinaria non è praticamente contemplata. Forse per questo il Patrimonio, gran parte di esso, continua ad essere in pericolo.

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