Capita spesso, per gioco ma non solo, di dare un nome alla propria auto. Qualcosa di affettivo e personale, che ai propri occhi la distingua dalle altre. Se poi si tratta di un modello “storico”, l’operazione può assumere anche altri contorni. Al punto che alla Mini, un marchio che non difetta certo in tradizione, hanno pensato bene di lanciare un censimento mondiale sui nomi che i proprietari hanno dato alle proprie vetture, di ogni epoca.
Per la precisione, l’idea è venuta agli organizzatori del Mini World Live, il grande raduno che avrà luogo il prossimo 10 luglio al Rockingham Motor Speedway di Northants, in Inghilterra. Che dopo aver lanciato il “survey” hanno ricevuto risposte da tutto il mondo: Australia, Nuova Zelanda, Malta, Usa, persino Sri Lanka, tanto per citare alcuni dei paesi da cui sono arrivate.
I risultati? Beh, cominciamo dal sesso. Il 51% della “popolazione” mondiale Mini è maschile, il 35% femminile e il restante 14% la potremmo definire indeterminata. Ossia non classificabile tramite nomi. A proposito proprio degli appellativi, il più gettonato tra quelli maschili è “Marvin”, mentre tra quelli femminili spicca il non originalissimo “Minnie”. Ma ci sono anche parecchi “Tommy”, “Jack”, “Mollie” e “Millie”.
E non mancano quelli più fantasiosi come “Pingu” (la Mini è tutta bianca col tetto nero, e ricorda un pinguino) o “Leigh Halfpenny”, il famoso rugbista gallese, perché la Mini è “bella e potente come lui”, dice la proprietaria. Ma c’è anche chi, come la persona più anziana che ha risposto al sondaggio, un 80enne gallese di nome John, l’ha chiamata come la sua ultima moglie: Mavis.
Solo un gioco? Potrebbe sembrare, e magari lo è. Ma l’organizzatrice del Mini World Live, Katherine Chappell, fa riflettere su un aspetto forse poco considerato: “chi possiede una Mini ha un autentico senso di comunità, una comunità di cui fanno parte anche le stesse auto perché hanno una personalità riconosciuta in tutto il mondo”. Al punto da dargli un nome.