Dall'urbanista Paolo Berdini (come anticipato dal Fatto) allo storico Tomaso Montanari fino al professore del Politecnico Marco Ponti, M5s punta a presentare la squadra prima del ballottaggio del 19 giugno prossimo. Esclusa l'opzione Rossi all'Ambiente. Corsa contro il tempo per trovare "tecnici" che però siano in linea con i principi del programma del Movimento e per avere abbastanza quote rosa
Nomi di alto profilo, personalità che con il loro operato hanno dimostrato di aderire ai “principi del Movimento 5 stelle” e, non è escluso, esperti stranieri “per rilanciare l’immagine di Roma a livello internazionale”. La candidata grillina per il Campidoglio Virginia Raggi è da settimane al lavoro insieme allo staff e al mini direttorio romano per scegliere gli assessori di una potenziale giunta M5s. Sui nomi c’è massimo riserbo: favoriti ci sono l’urbanista Paolo Berdini e lo storico Tomaso Montanari; poi gli ex consiglieri Marcello De Vito e Daniele Frongia che se non in giunta avranno comunque un ruolo nell’amministrazione. Tra le ultime indiscrezioni si valutano anche i profili di un dirigente Consob al Bilancio, di un ex prefetto per l’assessorato alla Sicurezza e del professore del Politecnico di Milano ed ex consulente della Banca Mondiale Marco Ponti ai Trasporti. Escluso invece Rapahel Rossi in un primo momento pensato per occuparsi di Ambiente.
L’annuncio alla città della squadra dovrebbe, stando ai piani, avvenire poco prima del ballottaggio del 19 giugno. Per ogni settore è pronta una short list e i colloqui continuano anche in queste ore per verificare disponibilità e definire i dettagli. Non mancano i curriculum di esperti non italiani che, spiegano fonti vicine alla candidata, “oltre ad avere competenze di livello possono aiutare a ridare nuovo lustro alla Capitale in Europa e non solo”. Nel caso poi non accettassero di diventare assessori, gli sarà chiesto di dare una mano dall’esterno.
I contatti sono tanti: c’è chi ha mandato spontaneamente il proprio curriculum e chi invece è stato convinto a partecipare. Sta di fatto che molti vogliono restare anonimi fino all’ultimo e altri ancora non hanno sciolto le riserve. Come anticipato sul Fatto Quotidiano del 7 giugno, il nome ormai quasi confermato è quello di Paolo Berdini, scelto come futuro assessore all’Urbanistica. Profondo conoscitore della materia e in particolare del territorio di Roma, ha lavorato come consulente per numerose amministrazioni pubbliche: blogger de ilfattoquotidiano.it, è autore di Le città fallite. I grandi comuni italiani e la crisi del welfare urbano. Si attende invece il sì di Tomaso Montanari per l’assessorato alla Cultura: giornalista (ex firma del Fatto Quotidiano e ora a Repubblica), storico dell’arte e professore universitario è una delle pedine su cui punta la Raggi stessa. Al suo fianco è previsto, come già annunciato in campagna elettorale, un board per le consulenze culturali. Ha invece poche possibilità Raphael Rossi. Il tecnico per le gestione dei rifiuti ha già lavorato per varie amministrazioni da Trento a Napoli ed è diventato famoso per aver rifiutato una tangente quando sedeva nel consiglio di amministrazione della partecipata Amiat a Torino. Nel 2013, su indicazione del sindaco M5s Federico Pizzarotti (ora sospeso dal Movimento), venne nominato alla guida di Iren Emilia. In un primo momento era stato suggerito per l’assessorato all’Ambiente, ma non è gradito a molti e al suo posto è già stata indicata un’alternativa di peso.
Due invece i nomi che quasi sicuramente avranno un ruolo nell’eventuale consiglio comunale a 5 stelle. Il primo è Daniele Frongia: ex consigliere M5s, è un ricercatore dell’Istat e ha appena scritto il libro “E io pago” sugli sprechi in Campidoglio. Fedelissimo della Raggi, per lui è pronta la poltrona da vicesindaco o capo gabinetto. Il secondo è invece Marcello De Vito: ex consigliere comunale ed ex candidato sindaco alle scorse amministrative, è il nome che ha preso più preferenze alla prima tornata e molto probabilmente sarà scelto come presidente del consiglio in Campidoglio. E’ anche il nome su cui aveva puntato la deputata Roberta Lombardi e per garantire la pace interna tra le fazioni romane è necessario che abbia una carica. Ancora incerte alcune delle caselle più importanti. Ad esempio per l’assessorato al Bilancio, come riporta La Stampa, si è parlato uno dei subcommissari di Tronca Pasqualino Castaldi, ma nessuno vuole confermare e l’ultima ipotesi è che si stia valutando al suo posto un dirigente Consob. Sotto assoluto riserbo il prescelto per l’assessorato “a tempo” alle Partecipate: è una delle novità su cui i 5 Stelle vogliono puntare e l’obiettivo è avere un nome di alto livello per non deludere le aspettative.
Il processo di selezione sta prendendo tempo anche per un problema fondamentale: la giunta di tecnici ed esperti deve necessariamente “incarnare” lo spirito del programma del Movimento. E’ sempre stata la preoccupazione di Gianroberto Casaleggio: il governo dei saggi è il futuro per i grillini, ma il timore è che poi non seguano la linea politica. Per questo serve un lungo lavoro di mediazione: i professionisti contattati sanno che il loro riferimento dovrà comunque essere la Raggi e non potranno discostarsi dai principi M5s. “Sono uscite tante voci incontrollate”, commentano fonti vicine alla candidata, “la verità è che vogliamo circondarci di personalità di grande livello, ma naturalmente l’ultima parola spetterà a Virginia”. Infine c’è pure da considerare la difficoltà di trovare quote rosa: nel scegliere i curriculum la prima preoccupazione è stata quella delle competenze, ma ora è necessario verificare che tra loro ci siano abbastanza rappresentanti femminili. “Abbiamo una candidata sindaca donna, figuriamoci se non staremo attenti all’aspetto parità di genere”, hanno concluso. Tante le esigenze e le ambizioni e tutte da accontentare prima del ballottaggio del 19 giugno.