Minacciano di distruggere le piramidi in Egitto ed edifici più moderni, come il grattacielo Burj Khalifa di Dubai. I miliziani dell’autoproclamato Stato islamico, in un video rilanciato dal sito di monitoraggio Vocativ la cui autenticità è stata confermata a Efe da un gruppo di esperti, affermano di volere radere al suolo le strutture simbolo dell’antico Egitto. Nelle riprese viene mostrata l’esplosione del tempio babilonese di Nabu, in Iraq, risalente a 2.500 anni fa e dedicato al dio della saggezza, oltre che la distruzione delle porte Adad e Mashki dell’antico sito di Ninive, vicino a Mosul. Le scene finali del video, invece, mostrano le piramidi di Giza, vicino al Cairo: qui un miliziano afferma che verranno fatti saltare in aria “con l’aiuto di Dio gli antichi siti costruiti dagli infedeli”.
Il responsabile del comitato delle attività archeologiche di Ninive, Sidu Husein al Tatani, ha fatto sapere che in effetti il tempio di Nabu è stato distrutto lunedì. “È un ulteriore passo in avanti nell’opera di distruzione dei siti archeologici di Ninive, che l’Isis ha iniziato da quando ha preso il controllo della zona, nel giugno del 2014″, ha spiegato al Tatani.
A Nimrud, che si trova a sud-est di Mosul, roccaforte jihadista in Iraq, i militanti hanno distrutto a marzo del 2015 due tori alati e numerosi templi, e nella stessa Mosul i miliziani dello Stato islamico avevano abbattuto, lo scorso anno, diverse costruzioni con i bulldozer. Negli due ultimi anni l’Isis ha messo a segno diverse distruzioni di antichi monumenti in Iraq e in Siria (tra le quali c’è il sito archeologico di Palmira), sostenendo che quelle rase al suolo fossero opere costruite da civiltà preislamiche e, quindi, idolatre. In diversi casi, poi, sono stati denunciati anche trafugamenti di antichi reperti destinati ad essere venduti sul mercato nero internazionale: solo alcuni giorni fa il quotidiano panarabo Al Hayat ha scritto che i jihadisti hanno rubato due statue monumentali d’epoca assira che decoravano una delle porte delle antiche mura di Ninive, nei pressi di Mosul.