I Giochi olimpici del 2024 diventano un tema centrale nella campagna elettorale che accompagnerà Roma al ballottaggio tra i candidati sindaci Virginia Raggi e Roberto Giachetti. Le posizioni dei due sono chiare: la consigliera M5s è contraria, il deputato Pd è favorevole. Ma a scatenare il nuovo dibattito è stato il capitano della Roma Francesco Totti che – da sportivo – ha detto una cosa ovvia: lui le Olimpiadi nella sua Roma le vorrebbe. C’è chi ha fatto due più due (“Totti vota il Pd”), c’è chi ha ricordato che Di Maio a dicembre disse che i Cinquestelle avrebbero “sostenuto la candidatura solo se vinceremo noi le elezioni”, c’è chi propone un referendum (dopo 3 anni dall’ufficialità della candidatura). Ma c’è soprattutto il Coni che osserva con attenzione cosa accade. A parlare oggi è stato il presidente Giovanni Malagò. “La candidatura – ha detto – se non c’è un sindaco favorevole è chiaro che non può andare avanti”. Malagò dice di non essere preoccupato “perché siamo molto consci della validità del progetto, della trasparenza. Sono convinto che il prossimo sindaco di Roma quando vedrà la carte non potrà che essere a favore”. Insomma i Giochi “si potranno fare” anche con la Raggi sindaco.

Poco praticabile è quello che propone la senatrice dei Cinquestelle Paola Taverna: “Io personalmente posticiperei le Olimpiadi e le farei solo dopo aver risollevato Roma, risolvendo i problemi quotidiani” ha detto a Radio Cusano Campus. Forse una provocazione, forse intendeva dire che posticiperebbe la candidatura, ma a quel punto si parlerebbe del 2036. Tuttavia la Taverna si attira le ironie dei parlamentari del Partito democratico. “Taverna vorrebbe posticipare le Olimpiadi. Ideona! E magari potremmo spostare il Colosseo per rendere più fluido il traffico #giochiamopoi” twitta Stefano Esposito. “Immagino le facce dei funzionari del Cio quando i Cinque Stelle formalizzeranno la richiesta di posticipare le Olimpiadi” dice Ernesto Carbone. “Paola Taverna ha confuso il Comitato Olimpico Internazionale per Scherzi a parte” interviene il senatore Francesco Scalia. Infine l’intervento del candidato a sindaco Giachetti: l’idea di rimandare le Olimpiadi, secondo lui, “è una soluzione in linea con credibilità delle proposte avanzate fino ad oggi”.

Meno peregrina sembra invece la discussione sul referendum. Malagò è disponibile, ma puntualizza: “Non c’è nessun problema ad affrontare questo discorso – dichiara – l’unica cosa che dico è che quando abbiamo iniziato questa avventura ci avevano detto che le regole erano altre, le abbiamo rispettate. Noi non abbiamo nulla in contrario forse sarebbe stato giusto e meglio farlo all’inizio a non c’è nessuna controindicazione a farlo”. I Radicali – i primi a chiedere una consultazione popolare sulla questione Giochi – insistono: “Il referendum – scrive in una nota il segretario Riccardo Magi – dopo il ballottaggio può diventare una soluzione per entrambi gli schieramenti. Se vincerà Roberto Giachetti, ai Cinque Stelle non resterà che il nostro referendum per far prevalere le loro ragioni. Lo stesso vale per i sostenitori della candidatura olimpica in caso di vittoria di Virginia Raggi”. Ma anche la stessa Taverna (la cui voce nel M5s a Roma non è secondaria) oggi ha aperto a un referendum per “ascoltare la popolazione”. Stessa opinione per il segretario della Lega Nord Matteo Salvini: “Secondo me dovrebbero scegliere i romani – afferma – Bisogna far parlare i cittadini, davanti a un programma economico chiaro che metta in evidenza costi, problematiche e risorse. Un referendum vero e proprio, come hanno fatto in tante altre città nel mondo”. Infine un sì di peso, quello dello stesso Giachetti: “Io non ho problemi: se qualcuno raccoglie le firme si fa e io voto a favore – dichiara – Ho detto solo che un primo referendum non formale ma sostanziale si avrà con il voto perché io sono a favore e Raggi è contro”.

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