Era partito con le migliori intenzioni, ma Denis Verdini se ne torna a casa con le pive nel sacco. Mollato su due piedi, fuori dalla porta della camera al sesto piano della palazzina Diamante del San Raffaele, dove Silvio Berlusconi è ricoverato dopo un grave scompenso cardiaco. Cose che capitano, quando si rompe un rapporto d’amore durato vent’anni, con tanto di tradimento di uno dei partner che da plenipotenziario del partito (coordinatore nazionale del Popolo della Libertà e dirigente di Forza Italia) ne fonda un’altro (Ala), supporter di Matteo Renzi e stampella del governo di centrosinistra al Senato. Il dettaglio gustoso non è tanto che Berlusconi, nel frattempo, abbia ricevuto visite di parenti e collaboratori intimi, tra i quali i figli e la Pascale, Fedele Confalonieri e Niccolò Ghedini. Ma che a diffondere la notizia della visita finita prima di cominciare siano state proprio fonti di Forza Italia, non smentite.
Dunque, è certo che giovedì mattina Verdini si sia presentato lì di buon’ora, con la pretesa di unirsi alla processione di vip pronti a sfilare davanti al lettino del caro leader. Forse pensava di dribblare la sicurezza o di avere un’accoglienza non ostile. A quanto pare sbagliava. Capita l’antifona, non ha potuto far altro che voltare i tacchi e tornarsene a casa, sperando nella minore pubblicità possibile per il piccolo incidente. La vendetta, però, è presto servita con quel “niet” diffuso urbi et orbi proprio dal partito che sta a dire che no, Verdini non è più persona gradita. Non fa parte degli intimi e come tale non è ammesso all’inner circle che in queste ore si stringe attorno al capo (alle 17 nuovo bollettino medico).
Difficile dire quanto il viandante senza fortuna sia deluso o se la rida per quel rifiuto. All’uscita non ha rilasciato dichiarazioni. Chiamarlo per chiederglielo è inutile, al cellulare non risponde. Una lettura politica dell’episodio, se mai ci fosse, potrebbe però partire da quel tentativo, piuttosto azzardato, d’imbucarsi ancora tra parenti e stretti collaboratori di Silvio. E malevolmente leggerci quello di fornire prove di “intelligenza col nemico” all’amico Renzi. Oppure, al contrario, si può pensare che questo irrituale tentativo di far visita a Berlusconi senza annunciarsi sia fatto appositamente per farsi respingere. Dimostrando al premier e ai suoi che la lunga storia con Silvio è davvero finita. In ogni caso, al di là delle illazioni, resta un dato: il tentativo di visita non è andato a buon fine.