Il consiglio di amministrazione di Rcs, la società editrice del Corriere della Sera, boccia ancora l’offerta di Cairo Communication. Dopo avere già espresso parere negativo in aprile, stavolta il cda ha potuto esaminare anche il prospetto dell’operazione lanciata dall’editore de La7. Ma la conclusione è stata la stessa: all’unanimità il consiglio ha valutato “non positivamente” l’offerta pubblica di scambio della Cairo Communication sulla società e ritenuto che “il corrispettivo dell’Ops non sia congruo per i possessore di azioni Rcs”. Insomma, il prezzo offerto è stato considerato troppo basso: il prospetto propone di scambiare ciascuna azione Rcs per 0,12 azioni di Cairo Communication. La decisione arriva nello stesso giorno in cui la Consob dà il via libera al prospetto dell’opa concorrente di Andrea Bonomi e degli altri soci storici su Rcs: l’offerta partirà il 20 giugno per concludersi il 15 luglio.

La seconda bocciatura per Cairo arriva sulla base di tre valutazioni di congruità (le cosiddette fairness opinion) espresse dai consulenti Citi, Unicredit (fra i principali creditori di Rcs) e l’esperto indipendente Roberto Tasca. Quest’ultimo si è spinto fino ad esprimere un valore per il titolo Rcs “compreso fra 0,80 e 1,13 euro”. Le tre valutazioni concordano non solo nel giudicare il prezzo dell’offerta di Cairo troppo basso, ma anche nel ritenere che non ci siano segnali di discontinuità rispetto all’attuale piano industriale. Ora Cairo avrà tempo fino a venerdì 17 per un eventuale rilancio.

Sul versante dei risparmi stimati da Cairo, il cda osserva che “non risultano essere significativamente superiori rispetto a quanto già previsto”. Cairo, viene ricordato, stima i possibili risparmi in 140 milioni. “Considerando i sopracitati oneri non ricorrenti 2015 del Gruppo Rcs e le efficienze già previste nel piano industriale Rcs per il 2018 pari a euro 60 milioni, – precisa una nota – il beneficio aggiuntivo previsto da Cairo Communication si ridurrebbe pertanto a 25 milioni di euro“. Il calcolo di Cairo, prosegue il cda della società editrice, è stato fatto “con un orizzonte temporale di un anno più lungo rispetto all’orizzonte del piano industriale Rcs (2019 vs. 2018), nonché con una base costi complessiva riferita al più ampio perimetro del Gruppo Cairo Communication Post-Offerta”.

Nelle valutazioni sull’ops di Cairo, inoltre, il consiglio d’amministrazione osserva che il patron del Torino non ha rilasciato “indicazioni quantitative al mercato in merito agli obiettivi economico-finanziari del gruppo Cairo Communication”. Rispetto poi agli obiettivi indicati per Rcs, segnala di non aver individuato nel prospetto di Cairo “elementi di discontinuità significativi rispetto al piano industriale Rcs”. Il board di Rizzoli Corriere della Sera segnala che alcune opportunità di crescita individuate “risultano enunciate nel documento di offerta esattamente come da piano industriale Rcs”, aggiungendo che “nel settore dei digital media la presenza di Cairo Communication allo stato non risulta significativa”. L’intenzione di allargare l’offerta nelle attività non editoriali come gli eventi sportivi è già uno dei punti centrali della strategia attuale, afferma il cda, mentre Cairo non risulta aver una consolidata e significativa presenza nel comparto. Nel piano del apatron del Torino”non risulta alcuna menzione specifica” delle “potenziali sinergie infragruppo attivabili tra il business italiano e quello spagnolo” che sono invece uno dei “punti di particolare attenzione del piano”. Cairo, dice infine Rcs, “ha un’importante presenza ed expertise” nei periodici, ma con tipologie di prodotti che “si differenziano sensibilmente per contenuti e target di pubblico rispetto a quelli di Rcs”.

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