Era una mattina come le altre, solo appena più caotica e l’orologio segnava quasi le otto. Per affrettare la manovra di consegna a scuola di bambina #1 ho sterzato verso l’altra parte della carreggiata attaccando il marciapiede con la gomma anteriore sinistra a velocità di rally. Il tonfo è stato epico. Nello scendere dalla macchina ho sentito un rumore, di quelli da cantiere edile, ma intorno non ce n’erano. Ho presto realizzato con sgomento che il sibilo nell’aria proveniva dalla ruota della mia macchina. In meno di un minuto la gomma era completamente a terra. Squarciata. Era lunedì e avevo cambiato tutte e quattro le gomme il venerdì prima. Odio i lunedì. La figlia più grande si scompisciava dalle risate trasformando il mio disastro nell’evento più esilarante dopo il video del Pulcino Pio. Nel frattempo avevo già in mano il telefono per chiamare mio marito e farlo venire in centro a cambiare la gomma. Non era la prima volta che mi avventavo con irruenza sul bordo di un marciapiede eppure stavolta mi sono sentita come quelle damine dell’ottocento incapaci di reggere notizie sconvolgenti e bisognose dei sali.
A quarant’anni suonati non sapevo ancora cambiare una gomma…
In fondo non stiamo parlando di un corso di laurea in ingegneria meccanica e cambiare una gomma è – se si è disposti a sporcarsi un po’ le mani – un intervento semplice alla portata di tutti. Il fatto di dover dipendere da mio marito, di non poter essere padrona del momento, mi ha aperto un mondo. Nessuno – mio padre in primis – me l’aveva insegnato ma il vero motivo dipendeva da me, ero stata io a non volerlo imparare.
Quante cose, di consolidato appannaggio maschile, non avevo voluto capire nel corso della mia vita?
Ho fatto un rapido conto e nella lista comparivano le classiche attività che le donne affidano ai compagni un po’ per pigrizia o comodità. Nonostante mi piaccia vedermi come una donna indipendente, ci sono mansioni che spesso e volentieri delego a mio marito anche se potrei benissimo farle anch’io. Se c’è un corto circuito, una lampadina da cambiare, un tubo che perde, un buco nel muro da fare, è lui a prendere in mano gli attrezzi. Il numero degli elettricisti, idraulici, meccanici o muratori donna si contano veramente sulle dita di una mano, ma non è un buon motivo per non imparare i rudimenti ed essere in grado di controllare il livello dell’olio nella macchina, cambiare una guarnizione o prendere in mano un trapano. Se vogliamo parlare di parità più spiccia (tralasciando tematiche oggettivamente più importanti come lavoro e salario) dobbiamo cominciare a crearci un’autonomia in quegli ambiti che fino ad oggi ci conveniva demandare ad altri. Gli uomini hanno già cominciato da un pezzo, stanno con piacere dietro ai fornelli, governano la casa e si occupano dei figli. Lo fanno e pure bene.
Le ragazze di oggi non devono aspettare l’arrivo del principe azzurro con in mano i ferri del mestiere. In questi mesi sta riscuotendo grande successo la collana argentina delle Antiprincipesse, libri per bambini che hanno per protagoniste figure femminili rivoluzionarie e indipendenti. La prima donna è Frida Kahlo. Personaggi tanto controcorrente quanto lo sarebbe ai giorni nostri vedere sul ciglio della strada una donna, magari coi tacchi, che in un paio di mosse solleva l’auto con il crick.
Domani mattina abbiamo un appuntamento: mio marito ci insegnerà a cambiare una gomma. La scuola è finita, io e le mie figlie ci sporcheremo le mani.Certe lezioni vanno bene a tutte le età.