Il sindaco M5s: "L'obiettivo è abbassare il costo del servizio già dal prossimo anno". Ma sui soldi chiesti dall'azienda le opposizioni attaccano: "Ma come? Hanno voluto andare in tribunale perché dicevano che 10 milioni per ricapitalizzare erano troppi". E intanto i lavoratori si ritroveranno una quattordicesima "monca" di due terzi
Il sindaco Filippo Nogarin promette che il piano di concordato è questione di giorni e sarà seguito dal piano industriale di rilancio. Ma su Aamps restano polemiche politiche e scontri con i lavoratori. Da una parte infatti il piano dell’azienda si basa sul presupposto che il Comune a guida M5s – sulla scia di quanto già fatto per il triennio 2015-2017 – “ribalti” sulla Tari 2018-2021 altri 13 milioni di euro di crediti Tia ritenuti inesigibili: “Ma con 10 milioni – è la replica delle opposizioni, Pd in testa – si poteva ricapitalizzare l’azienda senza arrivare alla procedura in tribunale” ritenuta rischiosa dai sindacati. Dall’altra tra i 300 dipendenti sale di nuovo la tensione: hanno infatti appreso che per il momento riscuoteranno solo un terzo della quattordicesima. Per questo ora Nogarin parla soprattutto a loro: “Capisco la frustrazione e la paura dei lavoratori – prosegue Nogarin – ma penso che in condizioni complicate come quelle in cui versava l’azienda quando l’abbiamo ereditata, ovvero con 40 milioni di euro di debiti, un piccolo sacrificio, per giunta temporaneo, possa essere accettato”.
Il sindaco: “Una riorganizzazione epocale”
A formulare la richiesta dei 13 milioni è stato il presidente di Aamps Federico Castelnuovo: “La risposta del Comune su questo capitolo costituisce elemento essenziale del redigendo piano di concordato”. I crediti inesigibili relativi al periodo 2006-2012 – chiarisce una fonte qualificata – sono in totale 25: 11 di questi sono già stati spalmati sulla Tari di tutta la cittadinanza nel triennio 2015-2017 e adesso si chiede di sfruttare nuovamente quanto previsto dal decreto legge 78/2015 per trasferire sul quadriennio 2018-2021 i 13 milioni in realtà già coperti dal fondo svalutazione crediti. Secondo alcune fonti l’operazione comporterà un ulteriore aumento della Tari ma a quanto si capisce il cda starebbe invece lavorando a un piano industriale in grado di scongiurare tale ipotesi (ilfatto.it ha cercato il consiglio d’amministrazione senza successo). Nogarin parla a tal proposito di una “riorganizzazione epocale” grazie a cui sarà possibile “abbassare il costo del servizio a partire già dal prossimo anno”.
#Aamps
A Livorno si è detto no ad una ricapitalizzazione di 10 milioni ed ora ne servono 13 per il concordato. Evvai pic.twitter.com/Siomt8zeT1— Alessio Ciampini (@aleciampini) 8 giugno 2016
Le opposizioni: “Con 10 milioni si poteva ricapitalizzare”
Le opposizioni partono all’attacco, ricordando che a fine 2015 si negò la ricapitalizzazione di Aamps per una cifra “di poco” minore. “Si è detto no a una ricapitalizzazione di 10 milioni e ora ne servono 13 per il concordato. Evvai” ironizza via twitter il consigliere comunale del Pd Alessio Ciampini. Sulla stessa lunghezza d’onda i consiglieri ex grillini: per Marco Valiani “i numeri sono numeri: con 10,7 si poteva ricapitalizzare”, critici anche i 3 espulsi proprio per il caso Aamps. Anche Maurizio Strazzullo, segretario provinciale Cgil, accusa: “Ora si chiedono 13 milioni per il concordato mentre per la ristrutturazione ne erano necessari 10”. E tra i dipendenti sale intanto il malcontento per il momentaneo taglio alla quattordicesima. “L’azienda, tirando in ballo il concordato – spiega Giovanni Golino, segretario della Fp-Cgil – ha deciso di pagare per il momento solo un terzo di quanto dovuto mentre la parte restante sarà saldata solo in futuro. E’ inaccettabile: i lavoratori devono fare i conti ogni mese con il bilancio familiare. E’ una scelta del cda: in realtà non c’era nessun obbligo di effettuare il taglio. L’azienda ci ripensi: a quanto ne sappiamo il bilancio sarà chiuso probabilmente in positivo”.
Nogarin: “Non è una ricapitalizzazione mascherata”
In una nota Nogarin e l’assessore al bilancio Gianni Lemmetti replicano a chi sostiene che “quella messa in atto dall’amministrazione sia una ricapitalizzazione mascherata”. La giunta assicura infatti che “il concordato non peserà per nulla sulle tasche dei cittadini e nemmeno sulle casse del Comune”. Sindaco e assessore tirano in ballo anche il decreto legge 78/2015, affermando che esso “impone che i crediti inesigibili delle partecipate che si occupano di raccolta rifiuti vengano ribaltati in tariffa” e che dunque “avremmo dovuto fare questa operazione in ogni caso”. A quanto si capisce il cda Aamps avrebbe infatti chiesto di ribaltare “questi crediti ben prima che noi iniziassimo a pensare al concordato”. Poi concludono: “Le opposizioni sostengono che se avessimo scelto la strada della ricapitalizzazione il Comune avrebbe risanato Aamps con solo 10,3 milioni di euro. Questo è assolutamente falso perché facendo quella scelta, non solo avremmo sottratto 10,3 milioni di euro al bilancio comunale (con tutti i tagli ai servizi pubblici che sarebbero stati conseguenti), ma saremmo stati costretti, in ogni caso, a spalmare, ugualmente, in tariffa i crediti ex-Tia. Per un esborso complessivo di 23,3 milioni di euro”.