A poco più di un mese dalla riapertura dello stabilimento di Termini Imerese, ceduto alla Blutec, gli operai dell’ex fabbrica Fiat sono di nuovo in strada a protestare. Colpa di un decreto varato dal ministero del Lavoro, che ha sbloccato l’erogazione della cassa integrazione straordinaria sospesa da marzo ma prevedendo che ad anticipare i soldi per 650 lavoratori sia l’azienda del gruppo Metec che si è aggiudicata lo stabilimento siciliano e 290 milioni di aiuti pubblici. Come del resto già avvenuto, sulla base degli accordi firmati a dicembre 2014, nei primi quattro mesi dello scorso anno.
Peccato però che la società abbia avvertito i sindacati di “avere le casse vuote”, come denunciato dal segretario della Uilm Palermo Enzo Comella. “L’azienda ha già anticipato (da gennaio ad aprile 2015) quattro mesi di sostegno al reddito ai 700 operai e non è più in condizioni di affrontare questa spesa”. Per questo circa 200 operai, che non vedono l’assegno da marzo, hanno bloccato venerdì mattina i binari della stazione di Termini. “Un decreto del genere non è mai stato fatto prima – ha detto il segretario regionale della Fiom Roberto Mastrosimone – Ma non solo. Il decreto è stato emesso ieri e rinnova la cassa integrazione solo per i mesi di aprile e maggio e siamo già al 10 giugno”.
Per il sindacato “quella del governo nazionale è una scelta scellerata che ostacola il processo di reindustrializzazione di Termini Imerese e lo sviluppo del Sud. Questo decreto non solo accorcia il tempo di approvazione della Cigs ma non autorizza l’Inps a erogare i soldi ai siciliani che già da tre mesi non percepiscono nulla”. Comella, con una delegazione di operai ex Fiat, è stato ricevuto al Comune di Palermo per parlare dell’emergenza.
Il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, che il 2 maggio festeggiava “il lavoro torna a Termini Imerese“, si è impegnato a chiedere l’intervento del ministro Poletti “per verificare ed eventualmente ritirare il decreto del Mise”.