Slavica Kostic, 38 anni, cittadina serba, era scomparsa lo scorso 26 aprile. Il cadavere è stato fatto ritrovare da Dragoslav Kostic, 61 anni, reo confesso, arrestato grazie alle indagini della Squadra mobile
Uccisa, caricata in macchina e sepolta in una discarica di materiale edile sul Carso, al confine tra Slovenia e Italia. E’ stata questa la fine di Slavica Kostic, 38 anni, una cittadina serba scomparsa a Trieste il 26 aprile scorso e il cui cadavere è stato fatto ritrovare ieri dall’ex marito reo confesso, Dragoslav Kostic, 61 anni, incastrato da una serie di indizi e di errori scovati dagli investigatori della Squadra mobile, diretti da Marco Calì.
La donna era impiegata come badante presso una famiglia, e aveva un appartamento in città come “appoggio” nei giorni di riposo. Una persona precisa e puntuale, come veniva descritta dai conoscenti. Una sua nipote, e in seguito la figlia, ne avevano segnalato il mancato rientro al lavoro il 26 aprile scorso, e per questo si erano rivolte alla polizia.
Da una prima ispezione dell’abitazione, tutto risultava in ordine. Ma gli investigatori hanno voluto andare a fondo, e con l’ausilio della Scientifica interregionale di Padova hanno utilizzato il “Luminol” per individuare tracce biologiche, che in effetti sono emerse, segno che qualcuno aveva compiuto un’azione violenta e quindi ripulito tutto per poi sbarazzarsi del cadavere. Dalle tracce ematiche è quindi emerso che il dna era quello di Slavica Kostic.
Gli accertamenti si sono progressivamente indirizzati sul marito separato della donna, Dragoslav Kostic, che dopo aver lavorato nel capoluogo giuliano nel settore edile da qualche tempo era rientrato nel Paese balcanico, tornando ogni tanto a Trieste. Dall’esame del traffico telefonico e autostradale è emerso che la notte del delitto l’uomo era arrivato in città. Ai poliziotti aveva raccontato di essere invece rimasto sempre in Serbia, e aveva prodotto alcune foto della vettura rimasta “accidentalmente” distrutta da un incendio. Circostanza, quest’ultima, smentita da una consulenza tecnica che ha dimostrato la natura dolosa del rogo.
Il sostituto procuratore Matteo Tripani ha quindi disposto ieri (giovedì 9 giugno) il fermo di indiziato per l’uomo, che messo alle strette di fronte alle incongruenze del suo racconto ha confessato, facendo anche ritrovare il corpo della donna – in avanzato stato di decomposizione – nella discarica situata poco oltre il confine sloveno, nella località carsica di Kreplje. Il corpo è stato recuperato in collaborazione con la polizia slovena.
“Un nuovo successo della Squadra mobile e della Procura di Trieste: la macchina va”, ha commentato il procuratore capo di Trieste, Carlo Mastelloni. “Una tecnica investigativa rapida e quindi efficace ha consentito il disvelamento di un gravissimo delitto. Dunque, una piena e riuscita sinergia tra procura e Squadra mobile”, ha concluso il magistrato durante la conferenza stampa nella questura di Trieste.
Dalle ammissioni di Kostic non è stata ancora chiarita la dinamica del delitto – qualche elemento utile potrà venire dall’autopsia – ma il movente ricalca altri omicidi simili di questi ultimi giorni. Una coppia in crisi e separata. Un uomo che uccide una donna.