Il silenzio dei professori di Cambridge è una scelta “fatta dai legali che tutelano gli interessi dell’Università” per metterla al riparo da “possibili richieste di risarcimento danni per eventuali responsabilità nella mancata tutela della sicurezza del ragazzo”. Federico Varese, docente di Oxford, intervistato da Repubblica si dice “sgomento” per la mancata collaborazione del prestigioso ateneo inglese sulla morte di Giulio Regeni, ricercatore italiano che lavorava per l’università e che è stato trovato morto al Cairo a febbraio. E’ stato torturato e il suo corpo gettato in una strada della capitale egiziana.
Finora la collaborazione tra autorità italiane ed egiziane non ha dato i risultati sperati e dal Cairo sono arrivate varie versioni circa le ragioni e gli autori materiali dell’assassinio. Motivo per cui Sinistra Italiana chiede di “istituire subito una commissione d’inchiesta del Parlamento italiano” sui depistaggi, al fine di dare “un contributo alla verità e alla giustizia che la famiglia e tutta Italia pretendono”. Ma quello che colpisce Varese è il rifiuto di collaborare dei docenti della prestigiosa università. “Non hanno intuito i rischi di quella ricerca e così non hanno sottratto un loro dottorando al suo destino”. Perché Regeni era entrato a far parte della comunità sulla quale indagava, con tutti i rischi del caso.
Nei giorni scorsi i familiari del giovane e gli inquirenti avevano denunciato la mancata collaborazione di quattro professori di Cambridge, suscitando così la reazione indignata di una portavoce dell’ateneo, che aveva attaccato la stampa italiana. “Le storie apparse di recente sulla stampa italiana semplicemente non sono vere, l’università appoggia le autorità italiane nelle indagini su questo fatto orrendo”, ha detto la portavoce. “Rimaniamo aperti e impegnati a lavorare con le autorità italiane al fine di far emergere la verità per Giulio Regeni e per la sua famiglia”, ha rimarcato, sorvolando tuttavia sul fatto che quattro accademici con cui Regeni collaborava in veste di ricercatore a Cambridge, e che lo avevano mandato in missione di studio al Cairo, si siano finora rifiutati di farsi sentire dai pm.
Una fonte accademica citata dal Times in forma anonima da Cambridge ha ammesso in ogni modo che la professoressa Maha Abderahman, tutor di Giulio in Inghilterra indicata attualmente “in anno sabbatico”, si sia in particolare fatta mandare le domande e abbia poi deciso di non rispondere. La fonte ha comunque insistito che “Maha e Giulio erano molto vicini”, sostenendo che lei avrebbe “aiutato la famiglia fin dall’inizio”. Ma a riprova della disponibilità dell’ambiente universitario di Cambridge non è riuscita a indicare molto altro se non l’ospitalità data dal “Girton College ai genitori” di Regeni in occasione di una recente cerimonia in memoria del figlio.