La sintesi del primo duello tv tra i candidati di M5s e Pd, tra battute velenose (di lei) e interruzioni (di lui). Temi principali: Olimpiadi e partecipate. La prima delibera della consigliera Cinquestelle: "Audit sul debito, anche per ricontrattarlo". Le prime 3 del deputato democratico: "Autobus gratis per anziani e a metà prezzo per gli studenti e pronto intervento buche"
Un “corpo a corpo”, l’ha definito Lucia Annunziata prima di cominciare a moderare il primo confronto, a In Mezz’ora, su Rai3. Per la prima volta i candidati a sindaco di Roma di M5s e Pd si ritrovano in un duello faccia a faccia. Virginia Raggi e Roberto Giachetti si sono stretti la mano prima di sedersi. Lei ha riservato anche qualche punta di veleno all’avversario, definendolo in sostanza inadatto a fare il sindaco. Lui – che deve rincorrere – ha invece avuto bisogno di essere un po’ più aggressivo, interrompendo in qualche caso per puntualizzare informazioni secondo lui non corrette. Ma a un certo punto gli è sfuggito un “tu” rivolto alla Raggi che ha subito corretto in un “lei”. Di certo entrambi sembrano aver tradito un po’ di emozione: lei ha un po’ incespicato su qualche parola soprattutto all’inizio, le è sfuggita un’espressione che fa tanto seconda Repubblica (“Mi faccia finire, io non l’ho interrotta“), mentre lui – sempre all’inizio – ha spesso tenuto lo sguardo basso e senza uscite particolari a livello comunicativo.
“Finalmente dopo settimane Raggi non è sfuggita” l’ha presentata la Annunziata. “Sono sempre stata presente agli incontri in città, forse era Giachetti che mi rincorreva”, ha risposto l’avvocata candidata dei Cinquestelle. Nella mezz’ora di dibattito alcuni botta e risposta specie su Olimpiadi e aziende municipalizzate.
Un parere sul rivale
Giachetti su Raggi: “Penso che una persona che decida di candidarsi a una città come Roma abbia una grande forza interiore e abbia una sua ambizione che va valorizzata. Poi quello che mi preoccupa è che la candidata Raggi abbia eccessivi tentennamenti, cioè è concentrata più sul no che sul sì”.
Raggi su Giachetti: “Penso che il massimo momento di onestà di Giachetti fu quando disse in radio che non aveva le qualità per fare il sindaco di Roma. Poi qualcuno lo chiamò e gli fece cambiare idea, lo stesso che ha chiamato i consiglieri di Marino per farli dimettere”.
Giachetti: “Al di là delle sicurezze ostentate, vorrei dire alla candidata Raggi, serve poi un po’ di umiltà. Tutti quelli che mi conoscono, sanno che se avessi ricevuto una telefonata da chicchessia avrei attaccato e chiuso la telefonata”.
Olimpiadi
Raggi: “Il dibattito si è polarizzato sulle Olimpiadi per sfuggire ai veri temi. Possono essere occasione di sviluppo, ma per ora abbiamo solo la relazione del Cio, che sarà di parte, mi consenta. Serve un piano industriale serio. Vediamo cosa succede a novembre con la prima decisione (sui Giochi, ndr) e poi vediamo. Il mio è un no oggi, un no per il momento. Se si pensa di risollevare Roma devastata da 20 anni di centrosinistra solo con i Grandi Eventi, è un’ammissione di fallimento”.
Giachetti: “Non si capisce se è per il sì o per il no. Aveva detto che era una scelta criminale. Il ‘no per il momento’ è un no, perché le olimpiadi se non le facciamo tra 7 anni non le facciamo più. I dubbi ce li possono avere i cittadini, chi amministra no, perché sennò città rimane ferma come accaduto per anni. Le Olimpiadi non vuol dire non occuparci di roma tutti i giorni. E’ già cambiata l’impostazione del Cio, bisogna privilegiare impianti esistenti ristrutturandoli. Noi abbiamo tantissimi impianti, sarebbero il 70 per cento. Quegli impianti restano a Roma. Il villaggio olimpico a Tor Vergata può diventare residenza per parenti malati o alloggi per studenti. Sono strutture che rimangono alla città, oltre a creare lavoro”.
Raggi: “A Roma ci sono oltre 160 impianti sportivi comunali che cadono a pezzi, lo sport si pratica tutti i giorni. Le famiglie romane ora devono pagare l’ora extra di sport a scuola. La manutenzione degli impianti va fatta comunque, a prescindere dalle Olimpiadi. Non può essere legata all’accoglimento della candidatura di Roma, sennò stiamo già rinunciando a fare manutenzione”.
Giachetti: “Fare le Olimpiadi non vuol dire non occuparsi di Roma, le cose non sono in contrapposizione. Penso che le olimpiadi sono anche emozioni. Bisogna ristrutturare impianti già esistenti e sono cose che rimangono a Roma. Chiederò un membro nel comitato olimpico, un sindaco deve farsi carico. Non c’è un sì oggi o un no domani. Se diventa sindaco la Raggi come farà con le olimpiadi, adesso ci ripensa perché qualcuno le suggerisce?”.
Acea
Raggi: “In Acea, Roma ha il 51%, è socio di maggioranza, il sindaco deve esercitarne le prerogative. Nel 2011 il referendum sull’acqua pubblica vide 97% italiani partecipare (in realtà il 97% votò sì, ma l’affluenza fu del 54%, ndr): se ad oggi i vertici di Acea non hanno seguito quell’indicazione, che non si fanno profitti sull’acqua, forse bisogna seguire una strada diversa. Due terzi dell’acqua erogata oggi va persa. Vogliamo evitare tragedie come quella di Firenze (lo smottamento del Lungarno, ndr). I vertici di Acea sono gli stessi di Publiacqua, (azienda pubblica di Firenze, ndr) li ha messi Renzi e poi li ha spostati a Roma. Ci vogliono investimenti sulle reti ed efficientamento”. “Non vogliamo togliere la quota a Caltagirone (maggiore socio privato Acea, ndr), non ne abbiamo il potere, ma se si fanno profitti vanno reinvestiti nel settore idrico. I servizi sono al di sotto della sufficienza.
Giachetti: “Io non ho approccio ideologico su municipalizzate. Acea dà parecchio al comune di Roma, io convocherò l’ad per chiedere un piano di illuminazione più forte. La città è buia e queste sono questioni quotidiane. Atac va risanata, è al collasso, il lavoro di Rettinghieri direttore generale è importante, ma ha trovato solo la mia voce quando ha portato i libri in procura, nessun’altra”.
Partecipate
Raggi: “Riorganizzeremo le partecipate, ma questo non significa licenziamenti. Roma spende 1,7 miliardi di euro all’anno per finanziare queste partecipate. Atac, Ama e altre partecipate devono rimanere pubbliche. Altri hanno detto che possono entrare i privati”.
Giachetti: “Ma chi l’ha detto?”
Raggi: “Qualcuno l’ha detto”
Giachetti: “Chi l’ha detto? Io ho mai detto che possono entrare i privati in Atac? Non l’ho mai detto”.
Su questo gira già su twitter una vecchia intervista di Giachetti al Messaggero.
#Giachetti “Tiratemi fuori quando ho detto che nell’ATAC possono entrare i privati!”, tipo qui? #inmezzora pic.twitter.com/qMOan2II6e
— Nanoalto (@Nanoalto) 12 giugno 2016
La risposta per esteso era la seguente. I trasporti pubblici sono uno dei problemi di Roma: ha pregiudiziali contro i privati? “No, certo, va garantito il servizio e tutelati i livelli occupazionali, dopodiché si può trovare la soluzione migliore”.
Campi rom
Giachetti: “Sui campi rom bisogna fare quello che ci dice l’Europa: vanno superati, garantendo l’assistenza sociale per chi davvero ha bisogno. La politica esclusiva della ruspa non funziona, ne chiudi uno e se ne aprono 3. I campi rom vanno superati ma con legalità e sicurezza, garantendo l’assistenza per ha davvero bisogno. Perché dentro i campi Rom non ci sono solo i poveri. Per i centri sociali il discorso è l’opposto: io sono contro le occupazioni, ma bisogna che la città sia aperta e far sì che queste persone non debbano occupare per avere degli spazi per fare attività sociali”.
Raggi: “Parole al vento. I campi rom ci sono da decenni quando al governo c’era la sinistra. Noi non siamo mai stati ascoltati anche perché dentro ci sono cooperative come quella di Buzzi che ha finanziato la campagna del Pd nel 2013. Chi ha i soldi, deve trovarsi una casa. E chi ha età da lavoro, deve andare a lavorare. Questa storia deve finire. Sui centri sociali bisogna. andare col bisturi, si deve riportare legalità dentro una selva di situazioni nate per colpa dell’amministrazione”
La prima delibera
Raggi: “Sicuramente un audit sul debito mostruoso di Roma Capitale per sapere per quale motivo i romani pagano 200 milioni di euro l’anno per un debito che non hanno creato loro”. Per una ristrutturazione o per dire “noi non paghiamo”? “Entrambe. I romani non vedono l’ora di capire perché stanno pagando”. Sulla possibilità che lei non paghi il debito? “Attenzione, io vorrei ricontrattare quel debito, sapere che noi paghiamo interessi alti perché non è stato ricontrattato è un’offesa ai cittadini romani”.
Giachetti: “Ho una delibera già pronta per ritornare agli autobus gratis per gli ultra settantenni e con biglietto a metà prezzo per gli under venti. La seconda è per mettere subito su strada autobus non inquinanti e la terza è per il pronto intervento buche”.
Alleanze e voti liberi
Giachetti: “Quanto a Buzzi, ricordo che la maggior parte degli affari quelle cooperative li hanno fatti durante la giunta Alemanno e Alemanno ha appena detto che voterà la Raggi. Va bene tutto e tutto è legittimo, ma chi ha lasciato Roma in queste condizioni appoggia la Raggi. Va benissimo, basta non fare schifiltosi”.
Raggi. “Il suo è il nuovo patto del Nazareno all’amatriciana su Roma, il nuovo inciucio: è incredibile che parli di appoggio di Alemanno a me chi ha fatto un accordo con Verdini, Bertolaso, Berlusconi e Marchini”.