La paura della Brexit si fa sentire in Borsa. Tutti i listini europei hanno chiuso con il segno meno e Milano è la piazza peggiore dopo Atene. Nella prima seduta della settimana l’indice Ftse Mib è tornato indietro, ben sotto ai livelli di febbraio, con un calo del 2,91% a 16.621 punti, segnando un tonfo del 19,34% dalla prima seduta dell’anno. Un dato molto peggiore della media europea (-9,23% l’indice Euro Stoxx) ed in controtendenza con Wall Street (Dow Jones +2,14% dallo scorso 4 gennaio).
La seduta di piazza Affari ha visto come protagonisti in negativo le banche, a partire da Banco Popolare (-10,08%), Mps (-9,14%) e Bpm (-9,9%). In forte calo anche Bper (-6,09%), Mediolanum (-6,53%) e Ubi (-6,12%), mentre Intesa ha lasciato sul campo il 5,89% ed Unicredit il 5,29%. In difficoltà anche Mediaset (-4,55%). Segno meno anche per Fca, che ha lasciato sul campo il 2,78%, Ferrari il 2,3% ed Eni il 2,32%. Più limitato il calo di Enel (-1,61%) e Poste (-1,53%). A parte Snam (+0,57%) nessun titolo ha chiuso in positivo nel paniere principale, mentre non sono mancate sorprese tra i titoli a minor capitalizzazione, da Seat Pagine Gialle (+4,17%), dopo la fusione con Italiaonline. Positiva anche Rcs (+1,36% a 0,78 euro), al di sopra degli 0,7 euro dell’Opa di Andrea Bonomi e del concambio proposto da Cairo (-5,56% a 4,25 euro). Non particolarmente vivaci gli scambi, a oltre 2,5 miliardi di euro di controvalore, seppure in ripresa rispetto alle ultime sedute.
Allargando lo sguardo all’Europa, Milano è stata tra le borse peggiori, con un calo del 2,91%, superato solo da Atene (-3,89%). Londra ha ceduto l’1,16%, Francoforte l’1,8%, Parigi l’1,85% e Madrid il 2,2%. Tra le cause dello scivolone, la paura che fa la possibile uscita della Gran Bretagna dall’Ue, la decisione sui tassi Usa attesa per martedì, il rallentamento della Cina e le prossime elezioni in Spagna, che alimentano il clima di incertezza internazionale.