Napoli, prendo il taxi per andare alla stazione. “Signori’ (e già il signorina mi mette di buon umore), io sono stato comunista tutta la mia vita. E invece, otturandami il naso, ho votato Lettieri. E sa perché l’ho fatto, perché se vince al ballottaggio ci mette al Comune un nostro rappresentante…”. A Milano, invece, che aria tira fra Sala e Parisi?
Confidential da dietro le quinte di Telelombardia: venerdì 10 giugno era previsto un match con domanda a mitraglia tra i due candidati sindaco ma all’ultimo momento, Sala, cuor di coniglietto, ha fatto sapere che non sarebbe venuto se ci fossero stati giornalisti a fargli domande non gradite. Era stato invitato Alessandro Sallusti e la redazione di Iceberg, condotta da Francesco Borgonovo, per la par conditio aveva proposto allo staff di Sala diversi nomi di giornalisti de La Repubblica, dunque dalla parte di Mr. Expo.
Ma Sala con modi “sovietici” continuava a ribadire che per il duello televisivo non voleva nessun giornalista e al suo fianco avrebbe gradito solo la presenza rassicurante di Pierfrancesco Majorino, assessore al Welfare nella giunta Pisapia. E lo voleva al posto di Matteo Mauri (vicecapogruppo Pd alla Camera).
Al no secco di Fabio Ravezzani, noto volto televisivo dello sport e direttore responsabile Telelombardia e Antenna, apriti cielo. Matteo Mauri non si tocca. “Mauri è venuto perché lo avevano invitato e io non mi faccio imporre gli ospiti politici da Sala. E mi sono opposto all’esclusione in blocco dei giornalisti”, puntualizza Ravezzani.
Alla fine la trasmissione è andata regolarmente in onda ieri sera con Daria Vecchioni (moglie del cantautore), Mauri e Luigi Furini (ex di Repubblica e attualmente consigliere comunale Pd a Pavia). Dall’altra parte Massimiliano Romeo (Lega) e Sallusti.
Proviamo adesso a sommare questo affondo di Sala con quello del 10 maggio scorso dove una seggiola di plexiglass trasparente fu lasciata vacante negli studi di TeleLombardia. Una sedia vuota con sopra solo la fotografia di Giuseppe Sala e una cartelletta senza fogli (forse a indicare la pochezza del suo programma?). Un candidato di cartapesta al posto di quello in carne ed ossa. A Napoli il mio verace tassita direbbe se ne ‘ fuit dalla paura.
E non sono in pochi a ricordare che Sala aveva sempre ribadito tempo addietro che mai e poi mai avrebbe fatto politica. E che, dopo Expo, si sarebbe ritirato dalla vita pubblica. Invece, poi, strada facendo e accumulando notorietà e privilegi si è detto: “Perché no ed eccolo in corsa per la poltrona di Palazzo Marino”. Proviamo noi allora a fare due conti visto che l’ex Commissario Unico di Expo, tutto sommato, ancora non se li è fatti così bene. Neanche usando il pallottoliere.
Ad oggi aspettiamo i numeri degli incassi, dei biglietti, dei visitatori, degli introiti, delle perdite, dei guadagni. No comment. Lo sbeffeggia il giornalista Maurizio Berté: “Più passa il tempo e meno voglia ho di parlare del mondo, così quando incappo in uno come Beppe Sala sono proprio contento, fa tutto lui, si commenta da sé. Da commentare ci sarebbe tutto il resto, appunto, il mondo, che a Sala offre di tutto e di più, almeno chiedergli un contatore all’Expo che ci regalasse la verità, almeno sugli ingressi, minuto per minuto”.
P.S. Mi ha fatto simpatia Parisi in tivù quando al commento post elezioni ha detto: “Sala, l’uomo immagine di Expo, era un volto stra/noto. In pochissimi, invece, conoscevano la mia faccia” . E se anche a Milano il fedelissimo elettorato di Sala facesse come il tassista napoletano?
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