Sono le stime fornite da un report dell'OCSE sugli impatti negativi della tossicità dell'aria. Se non cambia qualcosa, le prospettive dei prossimi 40 anni sono devastanti sia a livello sanitario che economico
Fino a nove milioni di persone all’anno. E’ il numero di decessi nel mondo stimato dall’Ocse tra quattro decenni se si continuerà a respirare un’aria sempre più inquinata, a causa delle emissioni industriali e di quelle dei tubi di scappamento delle automobili, così come degli scarichi di altri mezzi di trasporto. Stiamo parlando, ovviamente, di morti premature.
Insomma, se non si fa qualcosa (e subito) tra quarant’anni sparirà dalla faccia della Terra un paese grande più o meno come l’Austria. Ogni anno. Ma rimanere con le mani in mano, secondo il report “Le conseguenze economiche dell’inquinamento atmosferico” stilato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, avrà un impatto devastante pure sulle finanze dei vari stati, oltre che sulla salute della gente.
Nello studio si calcola che l’impatto negativo in termini di giorni di malattia, spese sanitarie e ridotta produzione agricola, sarebbe di 2.600 miliardi di dollari all’anno. Ovvero ben l’1% del PIL mondiale.
Nello specifico, la riduzione della produzione economica causata dall’inquinamento dell’aria sarà quantificabile in 330 dollari per abitante, nel 2060. Anno in cui i costi sanitari saliranno a 176 miliardi di dollari (nel 2015 erano 21) e il totale di giornate lavorative perse sarà di 3,7 miliardi. Per tornare al dato iniziale, ovvero quello delle morti premature: tra i 6 e i 9 milioni di persone, a seconda delle contromisure che verranno prese.
Particolarmente colpite saranno nazioni come Cina e India. Ma anche Corea e alcuni stati dell’Asia centrale come Uzbekistan. Mentre le perdite economiche interesseranno soprattutto Cina, Russia, India e Corea, ma anche Europa orientale. ” il numero di vite stroncate dall’inquinamento è già terribile, e la crescita potenziale nei prossimi decenni è terrificante”, ha detto Simon Upton, direttore Ambiente dell’Ocse, che aggiunge: “se questa non è una motivazione sufficiente per agire, va detto che l’inazione avrà anche conseguenze economiche pesanti”. Come a dire, se non volete farlo per la salute fatelo almeno per il portafoglio.