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La nazione meno xenofoba al mondo? Il Canada. L’Italia solo 48esima

Questi i dati provenienti dal Legatum Institute Prosperity Index 2015, la classifica dell’esclusivo think tank londinese che ogni anno mette in ordine 142 nazioni in base ad otto parametri: economia, imprenditorialità e opportunità di lavoro, governance, educazione, salute, sicurezza, capitale sociale, e libertà personale

di Davide Turrini

Canada nazione meno xenofoba al mondo; Yemen, Sudan e Egitto gli stati più intolleranti; Italia 48esima superata da Botswana e Sri Lanka. Questi i dati provenienti dal Legatum Institute Prosperity Index 2015, la classifica dell’esclusivo think tank londinese che ogni anno mette in ordine 142 nazioni in base ad otto parametri: economia, imprenditorialità e opportunità di lavoro, governance, educazione, salute, sicurezza, capitale sociale, e libertà personale. Ed è proprio da quest’ultimo indicatore, la libertà personale, che provengono le maggiori sorprese.

statiSuddivisa in tre sottocategorie – libertà di parola ed espressione, tolleranza verso gli immigrati, tolleranza verso le minoranza etniche e religiose – l’indice che riguarda la “personal freedom” mostra immediatamente la novità Canada, dove la politica dell’inclusione tra social, spettacolarizzazione e gesti concreti, introdotta dal primo ministro Justin Trudeau, sta dando buoni frutti in patria anche solo a livello di percezione. Lo stato nord americano risulta il più tollerante al mondo verso gli immigrati per il 92% delle persone, ed è anche il quinto più tollerante verso le minoranze etniche (92%) e per il 94% dei canadesi anche quello in cui si più esprimere senza limiti la propria libertà di scegliere il corso della vita.

Al secondo posto troviamo l’altrettanto sorprendente Nuova Zelanda, mentre sul terzo gradino del podio eccelle la Norvegia. Lussemburgo e Islanda risultano quarto e quinta; poi seguono Irlanda, Svezia, Danimarca, Islanda. Al decimo posto ben prima delle grandi nazioni occidentali che partecipano ai vertici G8 e di Davos, si piazza l’Uruguay sottoposto alla “cura” dell’ex presidente socialista Pepe Mujica, leader del Frente Amplio, rimasto  in carica dal 2010 al 2015. Se nei primi dieci posti sono tre i paesi extraeuropei a piazzarsi tra i paladini della tolleranza verso lo straniero, dal decimo al ventesimo posto troviamo la Gran Bretagna (12esima) e gli Stati Uniti D’America (15esimi), mentre la Francia illuminista, quella nata sotto il motto di libertà, uguaglianza e fraternità si accoda risultando solo 21esima.

stati2Argentina, Cile, Costarica, Brasile, Bolivia si posizionano altrettanto bene entro i primi 45 posti mostrando come il continente americano sia percepito, direttamente da chi lo abita, uno spazio tollerante a aperto al migrante. Identico discorso per la costa Ovest dell’Africa dove tra Benin, Costa D’Avorio e Senegal la percezione della propria tolleranza verso gli altri raggiunge percentuali discrete. Invece, se non fosse per i negativi piazzamenti di Croazia (111esima), Ungheria (99esima), e Slovacchia (63esima), l’Italia risulterebbe il fanalino di coda europeo con un misero piazzamento al 48esimo posto, superata sul continente anche da Romania (37esima), e Polonia (29esima); come dalla nazione africana del Botswana ( 36esima) e del turbolento stato asiatico dello Sri Lanka (46esimo). Gli ultimi dieci stati, quelli più xenofobi e dove libertà personale latitano sono così elencati: Afghanistan, Mauritania, Algeria, Giordania, Angola, Haiti, Siria. Podio con Egitto (terzo), Sudan (secondo) e Yemen (primo). I responsabili dell’indagine del Legatum Institute hanno mescolato dati provenienti da decine di attendibili aziende di sondaggi d’opinione come la Gallup, fin a numeri e percentuali di associazioni umanitarie come Amnesty International. Allargando lo spettro agli altri parametri d’analisi, un rapporto di centinaia di pagine comunque disponibile online qui, segnaliamo come per l’Economia al primo posto risulti Singapore (Italia al 44esimo posto); per “imprenditorialità e opportunità di lavoro” svetta la Svezia (Italia al 41esimo posto); e per l’ “educazione” l’Australia (Italia al 47esimo posto).

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