Guerra al fumo alla Regione Campania. A dicembre 2014, quando il presidente della giunta  era Stefano Caldoro e governava una maggioranza di centrodestra, suscitarono scalpore e polemiche l’allontanamento dalla sede del consiglio regionale di Lucia De Cicco, attivista di un’associazione ambientalista dell’hinterland napoletano. Era lì come ospite di un consigliere di opposizione, per assistere ad una seduta su temi di suo interesse, ma commise la gravissima colpa di redarguire pubblicamente il presidente del consiglio regionale, Pietro Foglia, ed il capogruppo di Forza Italia, Gennaro Nocera, che nella sala attigua a quella della riunione consiliare aspiravano voluttuosamente dalla sigaretta, incuranti del cartello di divieto di fumo esposto a pochi passi. De Cicco fu allontanata dai poliziotti che furono invitati ad intervenire e che la identificarono, in quanto col suo comportamento “aveva turbato il regolare svolgimento del consiglio regionale”. Si vendicò pubblicando il video di quanto accaduto su facebook: i due consiglieri tabagisti si meritarono un profluvio di insulti in rete, per l’arroganza che avevano dimostrato. A lei giunsero centinaia di attestati di solidarietà.

Diciotto mesi più tardi, mutato il presidente della giunta, che adesso è Vincenzo De Luca (nella foto) del Pd, e cambiata la maggioranza in consiglio, pare che la situazione sia rimasta la stessa, relativamente alla generalizzata inosservanza del divieto di fumare negli uffici dell’amministrazione regionale. Dagli assessori ai funzionari, dai dirigenti agli uscieri, è prassi accendere la sigaretta non appena capiti l’occasione: nelle stanze o nei bagni, nei corridoi e perfino in ascensore. Per porre rimedio in qualche modo a questo andazzo, ecco che arriva adesso un decreto dirigenziale che istituisce addirittura un “gruppo di lavoro per la promozione di azioni tese all’osservanza del divieto di fumo nei luoghi di lavoro dell’amministrazione regionale”.

Il “gruppo fumo” – così è sinteticamente denominato – nasce, recita il decreto dirigenziale, dalla constatazione che “è stata riscontrata a più riprese l’inosservanza del divieto di fumo in sede di lavoro della Regione da parte del personale dipendente”. Ne fanno parte ben 17 persone, dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione ad un medico, dallo psicologo ai rappresentanti sindacali dei lavoratori. Debitamente scelti, questi ultimi, in proporzione tale da non scontentare le sigle più rappresentative. La partecipazione è gratuita, perché non è previsto alcun gettone di presenza. I compiti della neonata struttura spaziano dalla somministrazione di questionari anonimi ai dipendenti, finalizzati a monitorare il fenomeno del tabagismo tra il personale, alla predisposizione di azioni “informative, formative e di comunicazione”. La task force contro la nicotina, inoltre, dovrà “definire modalità di cooperazione con i centri per la prevenzione e la cura del tabagismo delle Asl”. Ancora:”Redigere il regolamento per l’approvazione del divieto di fumo e programmare azioni per il rafforzamento delle funzioni di controllo di predetto divieto”.

Inutile dire che già si prevedono, se davvero faranno sul serio i 17 reclutati per contrastare il fumo in Regione, epiche litigate tra colleghi di lavoro e precipitose fughe nei bagni, sigaretta alla mano, da parte di chi non si rassegnerà al nuovo corso. De Cicco, la pasionaria che, smartphone alla mano, diciotto mesi fa smascherò i due consiglieri che fumavano dove non era consentito, commenta però la novità con molto scetticismo:”Quando fui cacciata per il solo fatto di aver preteso il rispetto di una legge nazionale, non uno tra i consiglieri od i dipendenti intervenne per aiutarmi. Se questo è il clima, dubito che il gruppo fumo possa ottenere risultati soddisfacenti”.

 

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