Mi alzo una mattina e penso che proprio devo scriverlo questo post, sperando, come sempre, possa essere di aiuto. Dopo qualche mese di prova e numerose chiacchierate con gli amici di Areu (Azienda Regionale Emergenza Urgenza Lombarda) credo di poter scrivere, senza sentirmi “partigiano” (tessera A.N.P.I. sempre in tasca, comunque!), anche di ciò che funziona e bene.
Inizio subito a parlare di una “app”, quindi un’applicazione che possiamo istallare su un qualsiasi telefono smartphone o altro dispositivo mobile. Si chiama “Where ARE U” e chi le ha dato il nome è, a mio personale parere, un“genietto” ! L’applicazione, scaricabile da tutti e in modo totalmente gratuito sui propri dispositivi, nasce dall’idea della Direzione Generale dell’Areu e viene lanciata con tanto di approvazione della Prefettura di Milano nel Luglio del 2014.
Consente a chiunque di inviare una chiamata di soccorso o emergenza direttamente al 112 e di essere messo in contatto con la centrale operativa del 112 ma soprattutto di potere utilizzare il gps del proprio smarthpone o tablet affinché gli operatori localizzino prontamente la posizione del chiamante infortunato o con malore.
Sembra poco, direte voi, ma in passato e ancora oggi le statistiche indicano che alcuni ritardi sugli interventi sono legati anche alle mille difficoltà di reperire velocemente e con sicurezza il luogo dell’evento (pensate a chi non sa esattamente dove si trova, a chi non può parlare e a chi è costretto a non parlare perché magari sotto minaccia; mille sono i casi in cui localizzare il chiamante, per dare un soccorso tempestivo, è fondamentale).
Parlando con il dott. Giovanni Sesana, direttore della Sala Operativa Regionale Emergenza Urgenza Area Metropolitana dell’Ospedale Metropolitano Niguarda e con Cristina Corbetta di Areu scopro, inoltre, che questa “App” in più occasioni si è rilevata molto valida per un aiuto concreto a donne e bambini sotto minaccia, magari tra le mura domestiche; infatti consente di effettuare una chiamata in modalità “Silent call”; in pratica l’operatore del 112, ricevendo questa chiamata, identificata come silent call, ha già l’informazione che la richiesta di aiuto arriva da chi non può parlare (pensiamo alle violenze tra le mura domestiche, alle minacce, alle mille devianze della vita famigliare e ai sui orrori per fare solo un esempio) e localizzando la posizione del chiamante, tramite gps, invia il controllo che sia medico o delle forze dell’ordine.
Se siete fuori regione Lombardia, perché questo è per ora solo un progetto lombardo, la “App” vi consente comunque di ottenere almeno le coordinate esatte del punto in cui vi trovate per poi darle ai soccorritori.
Fino ad oggi credo abbia avuto circa 150.000 download, ancora pochi, a mio personale parere, per rendere un sistema di rete efficace e diffuso. Io nel mio lavoro, nei cantieri, nelle grandi aree dove il personale si può trovare in molti punti a distanza di anche di chilometri l’ho proposta a tutti; sperando ovviamente di non doverla mai usare! Ha un limite, ovviamente, quello di avere la copertura gps del proprio telefono attiva, però è sempre un aiuto in più.
Non è finita, sopportatemi ancora un po’ per parlarvi di un altro progetto di diffusione capillare della cultura della prevenzione. Avete mai sentito perlare dei D.A.E.? Sono i piccoli apparecchi che sempre più spesso vediamo chiusi nelle teche delle stazioni della metro, nelle piazze , nelle palestre e in alcuni uffici; tecnicamente si chiamano defibrillatori automatici e, con un minimo impegno, tutti possono essere in grado di utilizzarli.
Sempre con il dott. Sesana e con la dott.ssa Laura Perego, responsabile del progetto Viva per Milano, ho scoperto, che organizzano da tempo corsi gratuiti (sì, ho capito bene: l’ho chiesto due volte, gratuiti!) per la cittadinanza, chiunque insomma può fare il corso per saper usare questa apparecchiature, prestare un corretto soccorso con semplici ma precise manovre di rianimazione. Allora mi informo meglio e mi dicono che anche nel prossimo mese di Luglio a all’Ospedale milanese di Niguarda organizzano serate di formazione e addestramento all’uso libere a tutti i cittadini e a costo zero. Entrino signori, entrino!
Scopro anche che hanno fatto e fanno dei veri e propri “flash mob” nelle piazze cittadine dove anziché rimanere fermi o ballare insegnano, come fare quelle poche ma importanti manovre salvavita e usare le macchinette D.A.E. Io le chiamo così, macchinette, perché, superato il primo impatto che ci fa chiudere gli occhi e spegnere la testa quando pensiamo ad un malore, scoprire poi quanto possa essere facile aiutatre gli altri e quindi noi stessi, con una giusta formazione allora cadono le paure e si frequentano i corsi (gratis).
Almeno su questo fronte, tra ospedali saturi, scandali ecc. ecc. le cose sembrano funzionare, sono quasi incredulo!