La legge consente di sfruttare questa opzione solo agli istituti con un patrimonio superiore ai 200 milioni di euro. L’istituto toscano, presieduto dall'economista Lorenzo Bini Smaghi, è il secondo a scegliere questa strada dopo Bcc di Cambiano
ChiantiBanca ha presentato a Bankitalia richiesta di way out. In poche parole, il consiglio d’amministrazione ha chiesto di sottrarsi alla holding unica delle banche di credito cooperativo disegnata dalla recente riforma del settore operata dal governo. La legge consente di sfruttare questa opzione solo agli istituti con un patrimonio superiore ai 200 milioni di euro.
L’istituto toscano è presieduto dall’economista Lorenzo Bini Smaghi, la cui moglie Veronica De Romanis è stata consulente del ministero dell’Economia. Prima di ChiantiBanca, a chiedere il way out era stata la Bcc di Cambiano, che tra i dirigenti annovera Marco Lotti, padre del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti.
Contestualmente all’istanza presso Bankitalia, è stata inviata relativa comunicazione ai soci di ChiantiBanca, i quali “saranno chiamati a decidere in merito a questa fondamentale scelta strategica – sostiene l’istituto – anche sulla base dei risultati delle analisi e valutazioni di vantaggi e svantaggi che saranno condotte in questi mesi”. Il cda, scrive ChiantiBanca, “si impegna a vagliare con cura ed estremo scrupolo ogni aspetto operativo, occupazionale e legale in modo da rappresentare ai soci, entro la fine dell’anno, il quadro il più possibile corretto e fedele delle opportunità e dei rischi inerenti ai due scenari dettati dalla riforma del Credito Cooperativo”.