Con un post su Facebook il candidato repubblicano alla Casa Bianca ha revocato l’accredito ai cronisti del quotidiano che stanno seguendo la sua campagna. Il direttore del giornale: "Ripudia la stampa libera"
Il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump si schiera contro il Washington Post e annuncia la revoca dell’accredito ai giornalisti del quotidiano che stanno seguendo la sua campagna. Il motivo? L’articolo che lunedì 13 giugno il Wp ha titolato: “Donald Trump sembra collegare il presidente Obama alla strage di Orlando“, dopo le dichiarazioni del miliardario sulla tragedia avvenuta in Florida. Nell’articolo, pubblicato sull’edizione online, il quotidiano dava conto dell’intervista rilasciata a Fox News da Trump dopo la strage del Pulse: “Siamo guidati da un uomo che o non è duro abbastanza, o non è intelligente o ha qualcos’altro in mente”, aveva detto il magnate riferendosi a Obama.
Sulla sua pagina Facebook, Trump ha così definito “incredibilmente inaccurati” gli articoli del Post riguardanti la sua campagna e ha accusato il quotidiano di essere “falso e disonesto”. Ma non basta: alla base della decisione c’è la polemica tra lui e il miliardario Jeff Bezos, fondatore e numero uno di Amazon, nonché proprietario del giornale, accusato dal tycoon di utilizzare il quotidiano per i suoi interessi personali.
“Il Washington Post viene usato dai proprietari di Amazon come strumento di lobby politica per non pagare le tasse e non essere perseguiti per le tendenze monopolistiche che hanno portato alla distruzione dei negozi e dell’industria del commercio”, ha affermato la campagna di Trump in una nota di condanna.
Per tutta risposta il Post, attraverso il direttore Marty Baron, ha replicato alla sua decisione definendola un attacco “che ripudia il ruolo della stampa libera e indipendente”, e ha annunciato che continuerà a seguire la campagna del candidato repubblicano.