Honda ha approntato una dvisione per la ricerca su connettività, robotica, cervello umano e riconoscimento visivo. Toyota ha avviato una collaborazione con KDDI per una piattaforma di comunicazione globale. I primi risultati nel 2019
Si muove anche l’industria giapponese sul fronte delle tecnologie di connessione, intelligenza artificiale e guida autonoma: recentemente le due aziende più in vista – Toyota e Honda – hanno infatti annunciato piani indipendenti per ampliare ulteriormente le rispettive strategie già avviate. Il colosso mondiale delle vendite ha dato vita ad una collaborazione con la KDDI Corporation (telecomunicazioni) per realizzare una piattaforma di comunicazione globale, in grado di supportare la connettività tra autoveicoli su scala mondiale piuttosto che basata su reti variabili a seconda dei diversi mercati.
Honda farà invece partire dal prossimo settembre una innovativa divisione interna all’azienda, Honda R&D Innovation Lab, che lavorerà su tecnologie “intelligenti” al di là dell’ingegneria meccanica, che includono connettività dei veicoli, robotica, ma anche cambi suggestivi come ricerca su cervello e riconoscimento visivo.
Le due mosse del Sol Levante, presentate indipendentemente all’inizio di giugno, sottolineano una certa urgenza avvertita dalle case automobilistiche giapponesi nello stringere i tempi di investimenti e sviluppo nelle tecnologie di ultima generazione, specificamente nell’ottica dei sistemi di guida autonoma e di sicurezza attiva, in un momento che abbiamo già particolarmente effervescente e quasi “caotico”, con compagnie americane esterne alla dimensione automobilistica quali Google e Uber – ma non solo – che in questo momento sembrano aver assunto ruoli di primo piano nello sviluppo di questi specifici aspetti della mobilità individuale.
Toyota, alla fine del 2015, aveva già investito un miliardo di dollari per implementare la propria divisione di ricerca e sviluppo nella Silicon Valley, con la missione primaria di sviluppare intelligenza artificiale, mentre lo scorso maggio ha dato vita ad una collaborazione proprio con Uber per esplorare opportunità di sviluppo dei servizi di ridehailing e nuove applicazioni dedicate al mondo auto. Sono inoltre avviate trattative con Alphabet – riporta Automotive News – per l’acquisizione dalla divisione Google di due controllate specializzate in robotica.
In particolare, l’accordo Toyota con KDDI mira allo sviluppo di moduli uniformati per la comunicazione di dati, cosiddetti DCM, che potranno essere impiegati su veicoli in tutto il mondo potendo garantire il collegamento automatico con i vettori di comunicazione di ciascun paese ospitante, consentendo di sopravanzare i servizi di roaming.
La connessione ad internet risulterà inoltre più potente e stabile, oltre a consentire alla marca nipponica – che intende approntare i DCM entro il 2019 per renderli via via standard sulle proprie gamme Toyota e Lexus in Giappone e USA entro il 2020, su altri mercati successivamente – il prezioso vantaggio di poter monitorare con gran precisione i dati generati dalle auto che ne faranno utilizzo, ricavandone informazioni, esperienze, statistiche ed altro ancora di estremo interesse. Certo, cresce la sensazione un po’ inquietante di Grande Fratello costantemente “in ascolto”, che tesse la sua ragnatela dagli smartphone alle auto…