Il presidente Giovanni Pitruzzella ha voluto toccare anche i nodi più spinosi che l'Autorità dovrà affrontare nel prossimo futuro: dalla banda larga, dove gli investimenti degli operatori non dovranno fare lievitare le bollette degli utenti, alla sharing economy, dove si augura una "regolazione leggera" che non uccida i nuovi modelli di business
Dal primo gennaio 2015 a oggi le sanzioni applicate dall’Antitrust sono state pari a 433 milioni di euro, 71 milioni dei quali per la tutela dei consumatori: questo in sintesi il risultato dell’attività dell’Autorità illustrato da presidente, Giovanni Pitruzzella, durante la relazione annuale al Parlamento. Tra gennaio 2014 e giugno 2015 le sanzioni erano pari rispettivamente a 266 milioni, di cui 30 milioni per la tutela dei consumatori, con un incremento dunque del 63% e del 137%. Ma al di là dei dati, il presidente Antitrust ha voluto toccare anche i nodi più spinosi che l’Autorità dovrà affrontare nel prossimo futuro: dalla banda larga, dove gli investimenti degli operatori non dovranno fare lievitare le bollette degli utenti, alla sharing economy, dove Pitruzzella si augura una “regolazione leggera” che non uccida i nuovi modelli di business.
Sulla banda larga “nessun operatore sfrutti qualche forma di sussidio incrociato” – Il presidente Antritrust ha affrontato il tema dello sviluppo della banda larga, con la nascita del nuovo operatore di Enel Open Fiber e agli investimenti annunciati da Telecom. “L’Antitrust continuerà a vigilare – ha assicurato Pitruzzella – per assicurare che questo nuovo dinamismo sia basato su una concorrenza che produca innovazione e che nessun attore (neppure quelli nuovi) ricerchino vantaggio sfruttando qualche forma di sussidio incrociato“. In poche parole, il rischio che l’Autorità si impegna a tenere sotto controllo è quello che gli operatori del settore facciano pagare i propri investimenti nella banda larga a tutti gli altri utenti in bolletta.
“Uber e Airbnb? Serve una regolazione leggera per non uccidere nuovi modelli di business” – Riguardo la sharing economy, quella su cui si basano Uber e Airbnb, ha sottolineato Pitruzzella”non si possono sottovalutare i nuovi problemi riguardo alla tutela del consumatore e alla tassazione, ma non possono essere risolti estendendo ai nuovi servizi le regole esistenti per quelli tradizionali senza uccidere i nuovi modelli di business“. Il presidente Antritrust ha spiegato che “piuttosto va pensata una regolazione leggera, in modo da introdurre solamente le regole strettamente necessarie alla tutela dei fondamentali interessi pubblici”.
“Valuteremo con rigore le concentrazioni nei media” – L’Antitrust ha anche garantito di valutare “con il consueto rigore le nuove operazioni di concentrazione che sono state annunciate nel settore dei media”, con chiaro riferimento all’aggregazione tra La Stampa e Repubblica. Nell’operazione, però, proprio un componente dell’Antritrust, il costituzionalista Michele Ainis, si trova in conflitto di interessi, in quanto editorialista del quotidiano romano. Da parte sua, Ainis ha fatto sapere che non parteciperà al voto quando l’Autorità si esprimerà sulla fusione tra le due società editoriali. Ma in questo modo il collegio dell’Antiturst, costituito da 3 persone, dovrà ridurre la propria composizione a due membri e in caso di dissenso prevarrà l’opinione del presidente.
I dati sulle sanzioni: “Speciale attenzione alla collusione nelle gare pubbliche” – Per quanto riguarda invece i dati sulle sanzioni Antitrust, il presidente ha riportato che nel corso del 2015 “ha trovato conferma la speciale attenzione che da diversi anni l’Autorità riserva al fenomeno della collusione nelle gare pubbliche. Sono state 8 le istruttorie concluse che hanno accertato violazioni del divieto di intese restrittive della concorrenza in occasione di procedure ad evidenza pubblica”. I settori di mercato investigati dall’Autorità “sono assai diversificati e vanno dai servizi pubblici locali ai servizi sanitari, ai contratti di forniture, ai servizi strumentali, eccetera. Anche l’estensione della collusione varia nei diversi procedimenti, passandosi da casi in cui essa involge l’intero territorio nazionale a casi in cui le violazioni afferiscono a contesti prevalentemente locali”.
Tra 2015 e 2016 sono stati chiusi 19 procedimenti per intese, 4 procedimenti per abuso di posizione dominante, 9 procedimenti per concentrazioni (in 57 casi, l’Autorità ha deliberato di non avviare il procedimento, avendo ritenuto l’operazione non idonea a determinare la creazione o il rafforzamento di una posizione dominante nei mercati interessati). La durata media del procedimento è di un anno e mezzo, una durata “considerevolmente inferiore a quella dei procedimenti davanti la Commissione europea”. Per quanto riguarda la tutela del consumatore, i procedimenti conclusi con l’irrogazione di una sanzione sono stati 129, 23 quelli chiusi con impegni. I procedimenti per pubblicità ingannevole sono stati 7, tutti chiusi con l’irrogazione di una sanzione. Per la prima volta è stata applicata la disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari, con 2 procedimenti aperti, di cui uno chiuso con sanzione.