Nel mirino del commissario renziano della Vigilanza il direttore editoriale Carlo Verdelli: “La sua funzione resta oscura”. Ma anche il dg Campo Dall’Orto e la presidente Maggioni: “Il primo è il responsabile dell’offerta, la seconda del pluralismo. E questi sono i risultati”. Affondo sull’ultima puntata del talk di Rai3: “Da Sgarbi accuse a valanga a prefetti e magistrati. Freccero presentato come mass mediologo senza dire che è membro del Cda in quota M5S. E Di Battista contro governo e Pd senza contraddittorio”
La miccia è l’ultima puntata di “Ballarò”. Ma nel mirino di Michele Anzaldi ci finiscono anche i vertici della Rai. Il direttore editoriale Carlo Verdelli innanzitutto. Ma anche il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto e la presidente Monica Maggioni. “Di fronte all’ultima puntata di Ballarò andata in onda il 14 giugno viene da chiedersi se una trasmissione del servizio pubblico, in prima serata, possa trasformarsi in una vera e propria fiera dell’insulto”. Il commissario renziano della commissione di Vigilanza sulla Rai, prova a rimettere i fatti in fila alla moviola: “Insulti ai prefetti, insulti ai magistrati, insulti a chi spera nelle Olimpiadi a Roma, insulti agli elettori del Partito democratico”. E si domanda: “E’ questa l’informazione in Rai? Il contratto di servizio viene rispettato così?”.
Forse la prima domanda dovrebbe rivolgerla al direttore editoriale di Viale Mazzini, non crede?
Quando è stato ascoltato in commissione di Vigilanza Rai, il direttore editoriale Carlo Verdelli, la cui funzione fino a oggi è risultata alquanto oscura, ha spiegato così la sua idea di informazione: “Credo che la differenza tra servizio pubblico e non servizio pubblico sia tra un buono e un cattivo giornalismo. Punto”. Quello andato in onda in prima serata su Raitre a quale delle due categorie va iscritto?
Inutile dire che lei opti per la seconda. Ma se in Rai si fa “cattivo giornalismo” di chi è la responsabilità?
E’ bene ricordare che per legge il responsabile dell’offerta è il direttore generale (Antonio Campo Dall’Orto) e sempre per legge i garanti del pluralismo e dell’attuazione del contratto di servizio sono il Cda e il presidente (Monica Maggioni).
Ma cos’è che l’ha fatta arrabbiare della trasmissione del 14 giugno?
Tanto per cominciare i telespettatori di “Ballarò” hanno dovuto assistere allo show di Vittorio Sgarbi, che ha accusato i prefetti di essere “corrotti”, i prefetti che svolgono la funzione di commissario nei comuni di essere “tutti ladri” e alti funzionari centrali non meglio specificati di essere “delinquenti e criminali di Stato”. In Italia ci sono oltre 1.400 funzionari prefettizi, tra prefetti e vice. Perché hanno dovuto subire questi insulti in prima serata? Sgarbi poi ha accusato anche i giudici di essere “ladri”. In Italia i magistrati ordinari sono oltre 10mila. Perché l’insulto libero anche per loro?
E siamo solo all’inizio…
Poi è stato il turno di Carlo Freccero, che ha detto: “Parlare ancora di Olimpiadi a Roma è da coglioni”. Tutt’altro che una critica nel merito, ma solo un insulto libero.
O magari una critica espressa in maniera colorita non le pare?
Perché chi crede nel sogno olimpico deve essere apostrofato in questa maniera? Peraltro Freccero è stato presentato ai telespettatori come “massmediologo”. Nessun accenno al fatto che attualmente siede nel Consiglio di amministrazione della Rai come consigliere indicato e votato dal Movimento 5 stelle.
Al pari di altri consiglieri indicati e votati da altri partiti…
Senza dubbio, ma visti i suoi rilievi espressi in trasmissione contro Renzi e il governo, sarebbe stato corretto ricordare ai telespettatori anche il suo incarico in Rai, ottenuto su indicazione di una precisa forza politica che sta all’opposizione.
La moviola è finita o ci sono altri episodi da rivedere?
Per chiudere in bellezza, nel corso della puntata, l’unico esponente politico nazionale che ha potuto parlare è stato Alessandro Di Battista del M5S che ha potuto fare campagna per i candidati ai ballottaggi del suo movimento senza alcun contraddittorio, a pochi giorni dal ballottaggio, e senza neanche il confronto con gli ospiti in studio. Ha irriso le domande del conduttore, senza rispondere a nessuna, e ha insultato il premier e il governo, definito un “governo di lobbisti, schiavo delle lobby e delle banche”, che porterebbe avanti “attacchi ricattatori per paura di perdere le sue mangiatoie dei Comuni trattati come bancomat”.
A me sembrano attacchi politici come tanti altri ascoltati in queste settimane di campagna elettorale. Cosa ci trova di così strano?
Alle ultime elezioni di carattere nazionale, le Europee del 2014, il Pd, partito che esprime il premier e rappresenta il partito di maggioranza relativa in parlamento, è stato votato da 11.172.861 cittadini. Moltiplicati per il costo del canone dello scorso anno, 113,50 euro (ora abbassati a 100), significa un gettito per la Rai di 1,2 miliardi di euro. Perché 11 milioni di cittadini che pagano 1,2 miliardi di canone hanno dovuto assistere all’insulto in libertà contro il proprio segretario senza che nessuno potesse replicare?
Sta dicendo che Renzi e il Pd sono penalizzati dal servizio pubblico?
Sto dicendo che da un mese a “Ballarò” non vengono ospitati esponenti nazionali del Pd, in piena violazione della par condicio e del pluralismo, tanto che è stato necessario presentare addirittura un esposto all’Agcom. Nell’intero periodo di campagna elettorale il M5s è risultato essere primo partito in tutti i telegiornali Rai e l’opposizione ha ottenuto un tempo di parola doppio rispetto alla maggioranza. E’ questa la Rai che rispetta le sensibilità di tutti gli italiani che pagano il canone?
Riguardo a Ballarò, però, Viale Mazzini ha fatto sapere che l’esclusione sarebbe stata imposta proprio dalla par condicio visto che dal 26 aprile al 31 maggio scorsi il tempo di parola del governo è stato del 23,8% e quello del Pd del 22, contro il 15,9% del M5s.
Vedremo se i numeri sono proprio questi. A noi risulta che l’opposizione abbia avuto il 50% in più dello spazio dato ai partiti di maggioranza. In ogni caso ci sono decine di funzionari strapagati, alcuni dei quali non rispettano neanche il tetto di 240mila euro per i manager pubblici, che avrebbero dovuto controllare ed evitare una situazione del genere, altrimenti che ci stanno a fare? Il Pd va nelle trasmissioni quando viene invitato. Perché è stato chiamato solo a inizio campagna elettorale se poi si sarebbe potuta creare una situazione del genere? Chi ha sbagliato pagherà?