Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri hanno “perseguito apertamente” l’obiettivo di “evadere il fisco“. Lo scrive la Corte d’Appello di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 17 marzo, ribaltando la sentenza di primo grado ha condannato entrambi a un anno e due mesi per frode fiscale nel caso Mediatrade. Una condanna resa comunque più mite dalle nuove soglie di non punibilità introdotte su iniziativa del governo Renzi. Il vicepresidente di Mediaset, figlio dell’ex premier, e il presidente avrebbero “persino apertamente” perseguito “l’effetto, univoco e fisiologico, dell’evasione fiscale” e ciò “è l’unica chiave di lettura possibile delle loro condotte”, scrivono i giudici.
Giustizia & Impunità
Mediatrade, Pier Silvio Berlusconi e Confalonieri “perseguirono l’evasione fiscale”. Ma in meccanismo “ereditato”
Le motivazioni dei giudici d'appello di Milano che hanno condannato il vice e il presidente di Mediaset per frode fiscale sui diritti tv. "Si sono sottratti ai diritti-doveri di controllo", ma possono godere delle attenuanti perché il sistema "fraudolento" risaliva al passato
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