Il tema torna di attualità con la campagna elettorale per i ballottaggi, visto che il M5s ripropone questa misura a Torino. Vediamo come funziona nella città toscana, cosa contestano le opposizioni, il precedente di Trento, cosa succede in Europa e cos'ha bocciato la Svizzera
E’ un tema centrale della campagna elettorale di Chiara Appendino, impegnata nel ballottaggio per diventare sindaco di Torino. Il M5s lo propone a livello nazionale come misura centrale di sostegno alle famiglie con il reddito più basso. Il Pd continua a dirsi contrario, Matteo Renzi lo ha ribadito più volte. L’ultima sabato scorso: “Altro che panzane, altro che invenzioni strampalate di chi dice ‘diamo a tutti i soldi, anche se non lavorano’. Diamo invece a tutti un lavoro e un’opportunità”. Una piccola dimostrazione del reddito di cittadinanza a Livorno c’è, anche se temporaneo, limitato a 100 famiglie e in via sperimentale. I beneficiari hanno ricevuto il primo assegno. L’intervento, voluto dalla giunta M5s del sindaco Filippo Nogarin, prevede l’erogazione di 500 euro in favore di 100 persone, per un periodo di 6 mesi. “Quando leggi storie come quella di Tito – aveva scritto Nogarin alla vigilia del primo turno delle Comunali, il 5 giugno – capisci che la politica con la P maiuscola può fare la differenza. Abbiamo messo in piedi una misura sperimentale di sostegno ai più bisognosi e lo abbiamo fatto senza pesare sul budget già risicato destinato alle politiche sociali. Un ammortizzatore sociale che vorremmo rendere strutturale, ma da soli non possiamo farlo. Per questo mi rivolgo senza indugi sia alla Regione che al governo“.