La municipalizzata controllata al 51% dal Campidoglio riempie le caselle strategiche del responsabile Affari istituzionali e del capo delle Relazioni esterne e Comunicazione. A settantadue ore dal ballottaggio che porterà alla scelta del nuovo primo cittadino della Capitale. Proteste dei pentastellati. Frongia: “Grave attacco alla democrazia”
Due nomine di peso a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale per la scelta del nuovo sindaco di Roma che domenica, al ballottaggio, vedrà sfidarsi Virginia Raggi (Movimento 5 Stelle) e Roberto Giachetti (Pd). Con l’aggravante che si tratti di investiture politiche. L’accusa arriva da Daniele Frongia, consigliere comunale del M5S e nuovamente candidato con i grillini in Campidoglio. E si riferisce a quanto accaduto oggi in Acea, dove il presidente, Catia Tommasetti, ha messo la propria firma su due incarichi di rilievo: quello di responsabile Affari istituzionali e quello di capo delle Relazioni esterne e Comunicazione. Scelta caduta, rispettivamente, su Roberto Piermatti e Maurizio Sandri.
Poltrone, queste, rimaste vacanti e considerate talmente strategiche da indurre i vertici di Acea, a far data da giovedì 16 giugno, ad attribuire tali responsabilità “con soluzione temporanea” senza attendere gli esiti del secondo turno delle elezioni. Nonostante la speranza dei 5 Stelle che qualunque indicazione in questo senso fosse posticipata una volta eletto il nuovo primo cittadino. Visto che, della multiutility che nella Capitale gestisce acqua pubblica ed elettricità, il Comune detiene il 51% (mentre Francesco Gaetano Caltagirone è il primo socio privato con il 15,8%). “Se confermato – dice Frongia a ilfattoquotidiano.it – sarebbe un grave attacco alla democrazia: a pochi giorni dal voto, Acea nomina due importanti dirigenti peraltro riconducibili, da quanto ci è stato riferito, ad un preciso partito politico”. A chi si riferisce? Nel mirino dell’ex consigliere c’è il Partito democratico di Matteo Renzi. Che aveva voluto a Roma, dalla fiorentina Publiacqua, Alberto Irace, nominato amministratore delegato di Acea.
Si tratta dell’ennesimo ‘casus belli’ di questa campagna elettorale, combattuta in buona parte proprio sulle municipalizzate. A cominciare da Acea, entrata nel mirino della candidata 5 Stelle che a marzo, nel corso di un’intervista a Sky Tg24, annunciò la sostituzione dei vertici in caso di elezione. Affermazioni che scatenarono un putiferio, innescato da un articolo del Messaggero (quotidiano di proprietà dello stesso Caltagirone). Che collegò le dichiarazioni della Raggi al calo in borsa del titolo della multiutility. Polemica subito cavalcata dal Pd che, con i maggiorenti del partito e naturalmente con il candidato sindaco, Giachetti, bollò i pentastellati come dei “dilettanti allo sbaraglio”. Insomma, una questione destinata ad avvelenare ulteriormente l’ultimo scorcio del dibattito in vista del ballottaggio di domenica.