“Ho un lavoro part-time di 20 ore settimanali e nell’anno 2014 ho percepito il bonus. Alla fine dell’anno con il conguaglio me li hanno ripresi, perché il mio Cud diceva che avevo guadagnato meno di 8mila euro. All’inizio dell anno 2015 ho rinunciato al tutto firmando un modulo e devo dire che è andata meglio”. Per una lavoratrice saltuaria come Stefania, la restituzione del bonus da 80 euro in una botta sola non è una passeggiata. Come lei, altri 1,4 milioni di italiani nel 2015 sono stati costretti a ridare la somma allo Stato. E come lei, in tanti avevano un reddito basso: in 341mila hanno guadagnato meno di 7.500 euro (leggi le storie). E così, c’è chi l’anno dopo ha deciso di fare a meno del bonus. E anche le imprese, i sindacati, i commercialisti suggeriscono a chi è nell’incertezza di rinunciare al beneficio, in modo da scongiurare brutte sorprese. Al massimo, se risulterà che i lavoratori avevano davvero diritto al beneficio, lo riceveranno in un’unica soluzione a fine anno.

Così è accaduto a Stefania: dopo avere rinunciato al bonus, ha scoperto che in realtà rientrava nei parametri e così l’ha percepito tutto in una volta. “Alla fine dell’anno 2015 – aggiunge la signora – il mio Cud riportava un reddito superiore a 8mila perché ho fatto un po’ di straordinari durante l’anno. Ho fatto la denuncia dei redditi e mi hanno detto che posso chiedere il rimborso. In realtà dovrò riprendere mille euro circa, non male“. Al bonus, infatti, ha diritto chi ha un reddito compreso tra gli 8mila e i 26mila euro. Ma gli 80 euro arrivano di mese in mese, mentre il reddito si conosce solo a fine anno. E così, diventa difficile prevedere se si sta dentro o meno i paletti. Inevitabile conseguenza: una gran confusione. C’è chi non l’ha percepito e l’ha ricevuto tutto con la dichiarazione dei redditi (1,6 milioni di italiani) e chi l’ha percepito e poi ha dovuto restituirlo tutto in una volta (1,4 milioni di persone).

“L’anno scorso molti colleghi hanno avuto una pessima sorpresa a Natale: lo stipendio falcidiato dalla restituzione del bonus da 80 euro. Quest’anno hanno deciso di rinunciare. Se poi ne avranno diritto, lo riceveranno a fine anno. Come era logico che fosse fin dall’inizio”. Gianni Cargnelutti lavora in un’azienda della provincia di Reggio Emilia che si occupa di componentistica per macchine operatrici. Fino a pochi mesi fa, era delegato sindacale Cobas e ha seguito da vicino le disavventure degli operai della ditta. “A fine 2015 abbiamo scoperto che una parte degli operai, pur avendo ricevuto il bonus per tutto l’anno, dovevano restituirlo perché hanno superato il limite dei 26mila euro – spiega Cargnelutti – In qualità di sostituto di imposta, a dicembre l’azienda avrebbe dovuto scalare dalla busta paga il bonus da restituire. Ma avrebbe fatto passare un pessimo Natale ai dipendenti, alla faccia del contributo alla ripresa dei consumi. Ecco chi paga le leggi fatte con i piedi nella fretta di incassare voti e potere”. Ma le cose sono andate diversamente: “Per fortuna, in accordo con i sindacati, la società ha deciso di rateizzare la restituzione in tre mesi”. E così, scampata la stangata nel 2015, per l’anno successivo l’impresa e le rappresentanze dei lavoratori hanno deciso di mettere le mani avanti. “Azienda e sindacati hanno preparato un modulo – racconta l’ex delegato – Ora i lavoratori possono rinunciare al bonus e, nel caso, riprenderlo a fine anno”.

E non solo aziende e sindacati suggeriscono ai lavoratori dal reddito incerto di congelare gli 80 euro. “Nei casi di incertezza, abbiamo consigliato ai dipendenti di rinunciare al bonus – spiega Roberto Bordin, commercialista con studio a Roma – Tanto poi a fine anno, nel caso il lavoratore ne abbia diritto, lo recupera in un’unica soluzione. Noi abbiamo predisposto un documento con il quale il lavoratore può chiedere all’impresa di rinunciare al bonus”. Anche perché la restituzione rischia di complicare non poco la vita ai dipendenti: “Già lo stipendio di dicembre è falcidiato dal conguaglio fiscale, perché le tasse penalizzano maggiormente la retribuzione. Se poi si aggiungono anche 900 euro di restituzione del bonus, l’impatto diventa pesante per il lavoratore”.

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Bonus 80 euro, dietrofront del governo. Ora apre ai redditi bassi: “Rateizzare o non chiedere la restituzione”

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